IN QUESTA SEZIONE MI CIMENTO IN BREVI RECENSIONI DI ALBUM DI VARIO GENERE CHE ASCOLTO NORMALMENTE O CHE USO COME TEST DELL'IMPIANTO PER LE LORO QUALITA' TECNICHE DI INCISIONE ED ARTISTICHE.

LETIZIA GAMBI - INTRODUCING LETIZIA GAMBI

 

E' chiaro che mi piacciono le donne, ....ohps,.....volevo dire.... le voci femminili, se poi ci mettiamo il fatto che, oltre ad una bella voce c'e' una bellissima donna ed anche una persona meravigliosa, allora e' il massimo.

Ho avuto il privilegio di assistere ad un suo concerto all'Auditorium Parco della Musica di Roma e di conoscerla personalmente in quell'occasione, insieme al suo batterista e producer Lenny White.

Letizia Gambi e' un'artista partenopea apparsa di recente sulla scena musicale internazionale, portando con se questo primo lavoro, che appunto la introduce e che la pone come una stella di prima grandezza nel panorama della musica jazz.

Basti pensare che i musicisti che vi collaborano sono tra gli altri, Ron Carter, Chick Corea, Wallace Roney, Patrice Rushden, Gil Goldstein, Gato Barbieri, tutti coinvolti in questo progetto da Lenny White, il leggendario batterista, padre della fusion, rimasto colpito dalla voce di Letizia (e non credo solo da quella), tanto da diventarne mentore e produttore.

Che altro dire, l'album si svolge tra brani inediti e cover italiane e straniere, interpretate magistralmente dalla gambi & friends.

Un disco da avere, uno dei 10 dischi che mi porterei sull'isola deserta.

inciso benissimo, un eccellente lavoro, sotto ogni punto di vista.

Segnalo tra tutti i brani, una versione completamente ri-arrangiata in chiave jazz/fusion di Appocundria di Pino Daniele, spettacolare!

Non vedo l'ora che esca il prossimo cd di Letizia Gambi, magari dal vivo.  

ORNELLA VANONI - ORNELLA & FRIENDS

 

Capolavoro artistico ed un'incisione ai massimi livelli per questo disco che è uno dei tanti concept-album della nostra Ornella Vanoni (classe 1934). In questo lavoro la cantante milanese fa un omaggio alla musica jazz reinterpretando alcune canzoni italiane con gli arrangiamenti di alcuni dei più prestigiosi jazzisti di sempre: George Benson, Michael Brecker, Randy Brecker, Ron Carter, Eliane Elias, Gil Evans, Steve Gadd, Herbie Hancock, Chris Hunter, Lee Konitz e Herbie Mann. L'album esce nel 1986 in doppio LP e contemporaneamente in un unico cd. Il disco, della casa discografica CGD, è stato registrato presso lo Studio Broadway Productions di Englewood (New Jersey, U.S.A.), è stato ideato e prodotto da Sergio Bardotti, mentre gli arrangiamenti sono stati curati da Mike Abene.

Di recente è uscita una edizione limitata, sempre in doppio vinile ma da 180 gr. di cui uno bianco ed uno blu.

Qui di seguito tutte le venti tracce tra cui non saprei quale segnalare, è un album da ascoltare tutto, magari a basso volume, di notte, con poche luci accese, un vero masterpiece da avere assolutamente in una discoteca di qualunque audiofilo appassionato a qualunque genere musicale:

1-Amarsi un po'' - 4:12 - (Mogol-Lucio Battisti)

2-Chissà se lo sai - 3:25 - (Lucio Dalla-Ron)

3-Amore baciami - 2:59 - (Gian Carlo Testoni-Carlo Alberto Rossi)

4-Poesia - 3:05 - (Marco Luberti-Paolo Amerigo Cassella-Riccardo Cocciante)

5-Aria - 3:32 - (Sergio Bardotti-Dario Baldan Bembo)

6-Il mondo - 3:05 - (Gianni Meccia-Jimmy Fontana-Carlo Pes)

7-Sì, viaggiare - 4:12 - (Mogol-Lucio Battisti)

8-Ti ricorderai - 1:45 - (Gian Franco Reverberi-Luigi Tenco)

9-Ancora - 3:34 - (Franco Migliacci-Claudio Mattone)

10-La donna cannone - 4:03 - (Francesco De Gregori)

11-...E penso a te - 3:50 - (Mogol-Lucio Battisti)

12-Ma l'amore no - 2:40 - (Michele Galdieri-Giovanni D'Anzi)

13-La notte dell'addio - 2:46 - (Alberto Testa-Memo Remigi)

14-L'ultima occasione - 2:40 - (Tony Del Monaco-Climax)

15-Nel cielo dei bar - 3:04 - (Leo Chiosso-Fred Buscaglione)

16-La voce del silenzio - 2:43 - (Elio Isola-Paolo Limiti-Mogol)

17-Una sigaretta - 3:04 - (Leo Chiosso-Fred Buscaglione)

18-Occhi di ragazza - 2:32 - (Sergio Bardotti-Gianfranco Baldazzi-Lucio Dalla)

19-Se stasera sono qui - 3:02 - (Mogol-Luigi Tenco)

20-Canzone per te - 2:45 - (Sergio Endrigo-Sergio Bardotti) 

ALICE RICCIARDI - COMES LOVE

 

Come ho gia' detto, sono un appassionato di voci femminili.

Da Nina Simone ad Ella Fitzgerald, passando Diane Schuur, Vanessa Rubin, Diane Reeves, Artetha Franklin cosi' come per Mina, Giorgia, e perche' no, Alessandra Amoroso, Emma, Malika Ayanne ed Arisa.

Ovviamente la mia predilezione musicale e' il Jazz, per questo mi avvicino principalmente alle raffinate voci femminili che affollano il panorama musicale di questo genere, sia italiane che straniere.

Nelle mie ricerche, per puro caso, mi sono imbattuto in questo cd di questa promettente artista italiana che, pur non conoscendola affatto, mi ha subito stregato con questo suo album di esordio, molto bello, ben curato sia nell'interpretazione che negli arrangiamenti cosi' come nell'incisione.

Assolutamente da avere se vi piace il genere.

Spettacolare il brano di apertura che da anche il nome all'album, Comes love, un bel basso in evidenza e la voce di Alice Ricciardi che porta alla memoria le voci dell'epopea delle jazz singers di tutti i tempi.  

”COMES LOVE” è il primo lavoro ideato e prodotto da Alice e viene pubblicato in tutto il mondo dalla Blue Note/EMI riscuotendo un grande successo di critica e pubblico. L’album seguente “OPTICS” è pubblicato dall’etichetta americana fondata dal sassofonista Greg Osby, Inner Circle Music. Di recente pubblicazione il suo ultimo album in duo col pianista Pietro Lussu, “CATCH A FALLING STAR”. Artista di grande talento da seguire.

ROBERTA GAMBARINI - EASY TO LOVE

 

A mio modesto avviso questa e' la miglior voce italiana attualmente presente nel ristretto panorama delle interpreti vocal jazz. Ho tutti i suoi dischi, che non sono pochi, ma questo e' stato il primo che ho acquistato dopo che un mio amico me l'ha segnalata. Roberta Gambarini nasce a Torino nel 1964 ma nel 1998 si trasferisce negli USA dove arriva a collaborare con artisti dell'area Jazz del calibro di Herbie Hancock, Christian McBride, Toots Thielemans e Hank Jones con cui pubblica l'album You are there.

Questo cd di cui vi parlo, Easy to love, e' l'essenza della voce femminile, finemente accompagnata da eccellenti musicisti, con pochi strumenti, tutti naturali, niente di elettronico o di campionato, pianoforte, contrabasso e batteria (raramente qualche fiato).

Lo strumento per eccellenza, la voce, domina tutta la scena, gli strumenti sono in un secondo piano rispetto alla voce che esce dai diffusori in maniera autoritaria e dolce al contempo.

Incisione perfetta, artisticamente 10/10, tecnica 10/10, sarò di parte ma a mio avviso questo e' uno dei migliori cd che posseggo, infatti lo uso spesso come test dell'impianto.

Segnalo il brano Only trust your heart.

Ascoltatela, non ne potrete più' fare a meno. 

Una nota divertente, il commesso del negozio di dischi interno all'Auditorium Parco della Musica qui a Roma, quando l'ho portato alla cassa per pagarlo, mi ha guardato un attimo e poi, in romano stretto, mi ha detto: "di a verità, l'hai comprato per le tette"..... :-))

P.S.: di recente ho preso anche la versione di questo album in doppio vinile, edizione limitata, solo 1999 copie firmate dall'artista.

Confermo e ribadisco che questo è sicuramente uno dei 10 dischi che mi porterei sull'isola deserta. Assolutamente da inserire in una discoteca Jazz e non solo, di qualsiasi audiofilo o melomane.

CHIARA CIVELLO - LAST QUARTER MOON

 

Conosciuta per caso guardando San Remo di un paio di anni fa, sono stato colpito, oltre che dalla sua bellezza,....e daje!....., dalla sua voce.

Anche se cantava un brano pop, per quanto sofisticato e tendente al jazz, sono andato a vedere la sua produzione musicale e la sua storia.

ho scoperto che e' romana di nascita ma si sposta tra New York ed il Brasile, cosi', senza rendermene conto, ho acquistato su ebay e Amazon, tutti i dischi che ha inciso.

Chiara Civello ha una voce molto particolare, qualcuno sul web la assimila a Norah Jones, anche se io non condivido pienamente, ma sicuramente e' una interprete e musicista di rango, oltre che compositrice di molti dei suoi lavori.

Molto produttiva, ha al suo attivo gia' oltre cinque album, cantati in italiano ed inglese.

Il suo primo lavoro, del 2005, Last quarter moon, prodotto dalla Verve, arriva al 46° posto della classifica stilata dalla rivista billboard e questo la dice lunga sulle sue doti artistiche.

All'album contribuisce anche il grande Burt Bacharach che sigla con Chiara Civello il 10° brano dell'album dal titolo "Trouble".  

PAOLA CASULA - NUVOLE DI CARTA

 

Anche questa artista italiana, padovana per la precisione, l'ho scoperta per caso, cercando tra le nuove voci femminili nell'ambito della musica jazz.

Questo cd del 2006 l'ho acquistato ad occhi chiusi, senza sapere cosa contenesse dunque, senza aspettarmi niente.

Invece, dopo un primo ascolto, ho apprezzato molto le doti di vocalist dell'interprete, accompagnata da un gruppo di tutto rispetto, gli arrangiamenti del sassofonista Marco Strano, sono davvero notevoli.

Un bel disco, reso ancor piu' piacevole dall'averlo acquistato alla cieca. strepitosa la versione di "My funny Valentine", una delle migliori che ho mai avuto modo di ascoltare.

La voce di Paola Casula sembrerebbe più quella di un mezzo soprano tanto e' estesa e veloce nei cambi di altezza, qualità che ben si adatta alla musica jazz ed ai brani di questo cd confezionato proprio su questa particolarità.

Nel 2009 pubblica un nuovo disco dal titolo "Linfa" e nel 2013 esce "Looking for love". Altamente consigliata e da seguire! 

SARA MATTEI - FRAMMENTI

 

Altra scoperta molto piacevole resa ancor di piu' dal fatto che l'ho trovata per puro caso, cercando di scaricare un brano di john legend da itunes, "all of me" e dato che ero senza occhiali, ho scaricato uno dei primi risultati che mi sono stati proposti dal portale di musica liquida di apple, direttamente sul mio smartphone.

quando ho collegato il telefono al bluetooth della mia auto ed ho spinto play, mi sono reso conto che non era il bel nero inglese a cantare ma una bellissima ragazza bianca, giovanissima, italiana, anzi di piu', romana!!!! uscita da quella fabbrica di talenti che e' la trasmissione "amici", con una voce che mi ha incantato all'istante.

Ho scaricato tutto il resto del suo e.p. dallo store di itunes, ma e' disponibile anche su amazon o altri negozi di musica online ed ho approfondito la conoscenza con questa artista.

Una voce potente, molto ben definita, non confondibile con altre, un anima molto soul che non esegue ma interpreta.

quattro brani, quattro cover di grande impatto ben interpretate, solo voce e chitarra, molto ben suonata e soprattutto molto ben incise. una vera rivelazione.

Spero possa incidere presto un cd adatto alle sue doti vocali, artista da seguire, avra' un grande futuro. 

PATRICIA BARBER - MODERN COOL

 

Patricia Barber e' una artista americana gia' da anni sulla scena mondiale con un genere molto personale, che puo' piacere o no. molto generosa nella sua produzione discografica, ha all'attivo oltre 14 albun dal 1994 ad oggi, mi sento di segnalare questo modern cool che riassume le sue principali peculiarita'.

Musica sofisticata, cool jazz, sperimentale, a tratti molto di avanguardia, sia per i testi, per la voce, il suo modo di cantare e suonare il pianoforte, che per le sonorita', moderne ma al contempo molto ambient.

Ascoltare un cd della barber ad occhi chiusi, catapulta in un fumoso jazz club di cicago (di cui lei e' originaria) cosi' come di berlino o di edimburgo, dove scrittori, attori e musicisti delle avanguardie piu' spinte dell'arte contemporanea fondono le loro esperienze e conoscenze.

Segnalo il brano "winter". personalmente dopo aver acquistato questo album, piano, piano, mi sono preso la sua discografia completa. musica non facile, non al primo ascolto, forse nemmeno al secondo, ma di certo musica nuova, diversa, complessa e interessante. musica che abbraccia molti generi senza identificarsi in uno specifico ma forse creandone uno tutto nuovo, personale.

Adatta ad un un percorso di crescita musicale personale per palati sopraffini.  

CHRISTOPHER CROSS - THE CAFE' CARLYLE SESSIONS

 

A Napoli si dice "fatte o nomme e fregatenne". non dico che christopher cross abbia sposato alla lettera il detto partenopeo, ma di sicuro e' uno di quegli artisti che con un album, alcuni anche con solo una canzone, passano alla storia della musica.

L'album omonimo di christopher cross del 1979 ritengo sia una delle perle rare che ci abbia mai regalato la musica pop, anzi, la musica in senso assoluto perche' i brani di questo album sono uno piu' bello dell'altro.

Ogni brano poteva essere una top hit che avrebbe potuto scalare le classifiche mondiali per mesi ed invece, il riccioluto chris, le ha inserite tutte nel suo primo lavoro, passando alla storia.

Ha vinto 5 grammy awards ed un oscar per il successivo lavoro ossia la colonna sonora del film arthur, altro capolavoro che, insieme a tutti i brani dell'album di esordio, sono presenti in questo cd live che vi segnalo per magnificenza interpretativa e per l'eccellente qualita' di incisione.

Si tratta di una jam session al noto cafe' dell'hotel Carlyle di New York, ubicato sul roof di un edificio sulla 76th street tra madison e park avenue.

In questo locale, famoso per l'esibirsi continuo di musicisti di fama mondiale, e' facile incontrare anche Woody Allen che, con il suo clarinetto e band improvvisate di jazzisti newyorkesi, si esibisce quasi periodicamente.

Questo album di Christopher Cross e' l'apoteosi di quello che ho detto in apertura, brani passati alla storia, inscritti nei nostri cuori, che evocano sin dalla prima nota il ricordo di un amore, di una estate o di una parte della nostra vita (parlo per quelli della mia generazione, che avevano una ventina d'anni negli anni 80) vengono reinterpretati in chiave live, leggermente "jazzata" (perdonate il neologismo) con arrangiamenti delicatissimi e virtuosi che non stravolgono la struttura del brano per come siamo abituati ad ascoltarlo, ma aggiungono magicamente bellezza a meraviglia.

In evidenza su tutto la chitarra acustica suonata con inconfondibile mano dall'autore di tutte le liriche.

Credetemi, e' uno di quei 10 dischi che mi porterei sull'isola deserta ed e' uno dei cd test che uso per la messa a punto dell'impianto.

da avere assolutamente nella vostra collezione di cd o anche di musica liquida. 

RACHELLE FERREL - INDIVIDUALITY

 

Poco conosciuta al pubblico italiano, questa cantante e musicista statunitense della Pennsylvania, ha una voce unica la cui peculiarità' e' quella di spingersi per sei ottave verso l'alto, ben oltre il falsetto. Una cosa pazzesca!

Quasi incredibile sia per l'estensione che per il tempo che riesce a tenere la nota, una durata così' lunga, tanto da sembrare un artificio digitale.

Questo disco e' il suo ultimo lavoro, e' del 2000, ma la sua carriera vanta collaborazioni del calibro di George Duke, Patti Labelle, Wayne Shorter, Stanley Clarke, etc.

Spazia dal jazz al r&b passando per il soul ed il funk con una classe estrema, complici anche i musicisti impiegati nei suoi album.

Ho tutta la sua discografia e da amante delle voci femminili, non potevo non segnalarvela. incisioni pregevoli sia da un punto di vista puramente artistico che soprattutto tecnico viste anche le etichette che la detengono, blue note e capitol.

Ascoltatela, rimarrete interdetti all'ascolto del suo acuto. 

SIMONA MOLINARI - DR. JEKYLL MR. HYDE

 

Altra bellissima (e dico poco!) e incredibile artista italiana, ma che dico italiana, Simona Molinari nasce a Napoli e cresce a l'aquila, due terre cosi caratterizzanti sotto il profilo musicale e caratteriale.

Napoli, patria della musica con la "M" maiuscola, l'aquila terra d'Abruzzo, di gente sincera, forte e schietta.

E' un'artista che ha reinterpretato e reinventato lo swing, ribattezzato electro-swing, in collaborazione con il grande Peter Cincotti, altro artista giovane che reputo un grande, un vero mostro, di cui parlero' in apposita recensione.

Simona Molinari proprio con il bel peter partecipa a san remo del 2013 cantando la felicita', un brano frizzante moderno ed antico al contempo che affonda le origini nella musica degli anni 40, rivisitata con tecniche e sonorita' attuali.

Il suo esordio sul palco dell'Ariston risale pero' al 2009, tra le giovani proposte.

Pensate che il brano suddetto, arriva all'ottavo posto dei download da itunes! io ho tutti i suoi dischi, da "egocentrica" del 2009, "croce e delizia" del 2010 a "tua" del 2011 per arrivare a questo disco "dr. jekyll mr. hyde" del 2013 e "casa mia" del 2015. una voce da usignolo, con estensioni verso l'alto da impressionare, una voce d'altri tempi, come detto, molto anni 40' style, non sorprenderebbe ascoltare la sua voce da una vecchia radio con cui si captava radio Londra durante la guerra. bella e brava che altro dire, dalle collaborazioni con importanti musicisti nazionali ed internazionali (Roberto Gatto, Gilberto Gil, per citarne alcuni) si capisce che Il suo futuro sara' meraviglioso e lascera' il segno nel panorama delle voci femminili della musica jazz o della bella musica in generale.

Importantissima la figura del suo manager, produttore nonche' musicista (raffinatissimo), Carlo Avarello. 

ARIANA SAVALAS - SOPHISTICATED LADY

 

Ariana Savalas, difficile crederlo, e' la figlia di Telly Savalas, forse meglio conosciuto come il tenente Kojak dell'omonima serie televisiva di successo degli anni 70.

L'ho scoperta grazie ad un video di youtube postato su facebook e mi sono innamorato della sua voce e del suo tocco di pianoforte. a vedere quel video ed altri trovati sempre su youtube, pensavo fosse un'artista navigata con una produzione di tutto rispetto alle spalle mentre invece, il suo unico lavoro, "sophisticated lady" appunto, e' un ep, scaricabile unicamente dall'itunes store o altri store di musica online, che vi prego di acquistare, visto anche il costo molto contenuto. 

Musica bellissima, una voce incantevole, come ho detto, sembra di ascoltare una Diana Krall per sicurezza e padronanza, mentre si tratta di una ragazza classe 1987 che suona come un mostro sacro della musica jazz ed ha una voce, a dire il vero, poco riconoscibile, non particolarmente connotata, ma credetemi, meravigliosa, angelica!

Mi auguro al piu' presto di trovare un nuovo lavoro di questa artista che ripeto, non conoscevo affatto ma che mi ha stupito ed incantato solo con un video trovato per caso sul web. 

Hai capito il tenente kojak!!! ce la teneva nascosta la figlioletta!!!

MELODY GARDOT - MY ONE AND ONLY THRILL

 

Melody Gardot all'eta' di nove anni, venne investita da una jeep e riporto' tra le tante fratture, la piu' grave quella del bacino in tre punti, un trauma cranico e spinale che l'ha tenuta in ospedale per anni.

Nonostante questo calvario, che continua ancora oggi con dolori inimmaginabili ormai cronici, questa artista ha imparato suonare la chitarra proprio in ospedale ed ha iniziato a cantare, proprio quando si pensava che non potesse nemmeno più parlare per le gravi lesioni celebrali. Grazie ad un medico che ha usato la musicoterapia per la sua riabilitazione, questa ragazza non solo e' uscita dal tunnel ma e' diventata, forse proprio grazie a tutta questa sofferenza, una vera artista. Una voce potente, profonda, inconfondibile, a mio avviso una delle migliori voci del panorama female vocal jazz mondiale.

Segnalo questo album del 2009 dove spiccano due brani,: "our love is easy" ed una versione a dir poco spettacolare di "over the rainbow" che utilizzo per i test dell'impianto per le doti di incisione oltre che per la sua bellezza e particolarità.

Uno stile molto personale, quasi indefinibile, un misto tra jazz e blues con contaminazioni pop ma anche classiche, veramente bella musica, musica interessante, che stupisce e rapisce al primo ascolto. vi esorto a scaricare od acquistare questo disco, sono più' che certo che diventerà' uno dei vostri preferiti. 

novembre 2019: a riprova di quanto ho già scritto, l'ho preso anche nella versione vinile da 180 gr. una magia! 

LETIZIA GAMBI - BLUE MONDAY

 

Finalmente e' uscito il secondo lavoro di Letizia Gambi - Blue Monday - prodotto da Lenny White e realizzato con il contributo di artisti di fama mondiale come appunto il mitico Lenny White (batteria), Ron Carter e John Benitez (basso), Pete Levin, Donald Vega ed Helen Sung (pianoforte), Gil Golstein (fisarmonica), Dave Stryker (chitarra) e cosi' via. Lo scopo di questo progetto, a mio avviso raggiunto, era quello di coniugare la musica e la tradizione napoletana, fondendola al jazz. Il risultato e' meraviglioso, emozionante, ascoltare questo cd e' un po come fare un viaggio da Posillipo a Manhattan, da Pie' di Grotta a Brooklyn senza accorgersi di nulla, in una fusion perfettamente riuscita di sound partenopei, ben interpretati vocalmente dalla bella letizia, e quelli sofisticati del jazz piu' moderno, metropolitano, attuale, sempre basato sulla tradizione. Personalmente l'ho scaricato, non appena e' stato possibile, dal sito "artishare" dove successivamente l'ho anche acquistato in formato cd.

Dato che viene spedito dagli usa ci ha messo un po, ma alla fine e' arrivato ed ora arricchisce la mia collezione di cd.

Un brano su tutti e' la sintesi di questa fusion che oserei definire napolitan jazz, "sweet georgia brown", che inizia con il tamburello martellante tipico della tarantella napoletana per trasformarsi piano piano in tutt'altro, nulla che si possa spiegare a parole, musica vera, musica nuova, musica unica, musica da ascoltare.

Non manca, anche in questo secondo lavoro, un omaggio al compianto ed immenso maestro Pino Daniele con il breve, quanto intenso, brano "sulo pe' parla'" - Grande Letizia! grazie per questa opera così completa e complessa. un disco da avere assolutamente.  

STACEY KENT - THE CHANGING LIGHTS

 

Altra recente scoperta, grazie ad un amico che tramite tindal mi ha fatto ascoltare la voce di questa jazz singer che ha qualche anno meno di me ma e' sempre nata negli anni 60'.

Ho acquistato l'album piu' venduto e consigliato che e' "breakfast on the morning tram", candidato ad un grammy award come miglior voce jazz nel 2009.

Mi e' piaciuto talmente tanto che piano piano ho preso su ebay e su amazon tutta la sua discografia.

Ha una voce davvero calda e che non stanca, se metti un disco di Stacey Kent, sicuramente lo ascolti di nuovo una volta finito.

Nell'ascoltare e riascoltare tutta la sua produzione, posso affermare, a mio gusto, che il suo lavoro migliore e' questo di cui vi scrivo questa piccola recensione, "the changing lights".

E' un disco completo, attraversa molti generi e molti stili, dal jazz puro alla bossa nova o al samba.

E' diventato il mio disco preferito, anche come test dell'impianto in quanto inciso in maniera egregia. ho faticato a eleggerlo al migliore dei suoi non pochi cd, ma di uno dovevo scrivere ed ho scelto questo in quanto mi sembra il piu' maturo, pieno e completo. un brano in evidenza su tutti, la traccia n. 4 "mais una vez" dove il jazz moderno si fonde alla musica romantica brasiliana, creando un'atmosfera dolcissima ed adatta non solo all'ascolto della musica, ma anche ad altro.... :-)  

RACHELLE FERREL - LIVE IN MONTREAUX 91-97

 

Spesso definisco alcuni dei dischi che recensisco come uno quei dieci che mi porterei sull'isola deserta. Certamente questo album si colloca tra i primi tre, se avete letto l'altra mia recensione di questa cantante di colore, avrete capito che siamo di fronte, oltre che ad un indiscutibile talento, ad una forza della natura, quasi un miracolo, una voce che si estende oltre ogni immaginabile limite, sei ottave! per misurarlo scientificamente. Nel 1991, proprio al Montreaux Jazz Festival di quell'anno si presenta per la prima volta al pubblico e credo che chi ha avuto la possibilità o la fortuna di trovarsi li, sia rimasto incantato. Questo disco riassume le sue presenze a quel prestigioso festival dal 1991 fino al 1997. Inciso dal vivo in maniera encomiabile, prodotto dalla etichetta n.1 del panorama Jazz, la Blue Note, è un lavoro che per gli amanti del genere, ma non solo, è assolutamente da avere.

Non è facile da trovare, su Amazon, dove l'ho preso io, costa non poco, siamo oltre i 50,00 Euro, ma anche su eBay i prezzi solo molto alti, a riprova della difficile reperibilità ma soprattutto perchè è uno di quei dischi che lasciano il segno.

Accompagnata da musicisti di primo ordine. questo disco raccoglie otto brani di quella leggendaria prima apparizione che la lanciò come stella di primo ordine nel panorama della musica mondiale.

Tra questi spiccano alcuni classici come My Funny Valentine e You Send Me di Sam Cooke. Altri tre brani sono invece del 1997, qui di seguito la lista:

01. Claude Nobs Intro - 02. You Send Me - 03. You Don’t Know What Love Is

04. Don’t Waste Your Time - 05. My Funny Valentine - 06. I Can Explain - 07. I’m Special - 08. Bye-Bye Blackbird - 09. Prayer Dance - 10. With Every Breath I Take - 11. Me Voila Seul - 12. On Se Reveillera.

Vi segnalo come faccio spesso, la versione live di I can't explain, dove la Ferrel da prova delle sue infinite capacità di estensione e timbro vocale.

MELODY GARDOT - LIVE FROM SOHO

 

Insieme a Stacey Kent, Melody Gardot, per altri motivi e' diventata la mia artista preferita.

Come mio solito, piano piano, ho preso tutta la sua discografia, prima scaricandola da itunes, poi acquistandola in CD e non posso non parlare di questo live, registrato benissimo in qualche locale del Soho Village di New York, dove la Gardot si esprime al suo meglio su un palco, immagino, di un jazz club di quelli che hanno dato la fama a tanti artisti newyorkesi.

E' bellissimo sentirla passare dal francese all'inglese con un'eleganza ed una sensualita' che si trasferisce nelle sue canzoni e nella sua musica come glassa sui dolci.

Questo ep e' scaricabile unicamente da itunes ed immagino anche dalle altre piattaforme come spotify o tidal.

Come uso fare, qui non segnalero' il miglior brano perche' non saperei quale scegliere e cosi' vi metto la lista delle tracce, una piu' bella dell'altra, interpretate e reinterpretate in chiave live, senza troppo stravolgerle ma anzi, aggiungendo quel fraseggio e quel virtuosismo che non posso spiegare a parole. 

"baby i'm a fool" (live) – 3:31

"who will comfort me" (live) – 4:59

"your heart is as black as night" (live) – 2:40

"worrisome heart" (live) – 4:27

"goodnite" (live) – 5:29

"if the stars were mine" (live) – 3:47

VANESSA RUBIN - SINGS

 

Una delle grandi voci del panorama della musica jazz e' sicuramente Vanessa Rubin. Raffinata ed elegante interprete di un genere magari ridondante e pieno voci che alla fine finiscono tutte per assomigliarsi e allora e' proprio nell'interpretazione, piu' che nell'esecuzione che troviamo la sottile differenza tra una cantante ed un'artista.

Anche se il cognome ci porta in medio oriente la rubin e' americana, precisamente di cleveland - ohio.

Non ha una grande discografia, credo che siamo nell'ordine di 6 o 7 album, ma vanta collaborazioni con grandi come herbie hancook, ron carter, lionel hampton, toots thielemans e grove washington jr.

Ho tutta la sua discografia ma segnalo questo album del 1995 ed in particolare la traccia "it's probably me" la cui versione piu' nota e' quella di sting con eric clapton (tra l'altro colonna sonora del film arma letale 3).

E' la seconda traccia dopo il brano di apertura ed e' una rivisitazione molto personale ea mio avviso, sterpitosa di questo bellissimo brano.

qualita' dell'incisione 10/10, un vero disco test. 

ANDREA MOTIS - EMOTIONAL DANCE

 

Giovane e bella jazzista spagnola di rango, tromba, sax alto e voce, soprattutto voce, un tono angelico d'altri tempi, impensabile per una ragazzina classe 1995 che sfoggia la sua classe canora alla stregua delle grandi jazz singers degli anni 40 e 50.

 

Collabora con musicisti di calibro che la vogliono come un cameo nei loro lavori e nei loro concerti, tra questi spicca il polistrumentista Joan Chamorro, sax, basso, etc. con il quale ha inciso alcuni cd ed un live molto interessante che, come potrete immaginare mi sono subito preso su ebay.

Segnalo questo suo ultimo lavoro da solista, uscito nel 2017,con l'etichetta discografica impulse, quella di john coltrane per intenderci.

brano a mio avviso top: senor blues, la voce e la tromba stile Miles Davis, in un'atmosfera da jazz club d'altri tempi.

Artista sicuramente da seguire.

Un talento di quelli che lasciano senza parole. 

ALEXIS COLE - KISS IN THE DARK

 

Altra scoperta nell'immenso e meraviglioso mondo delle voci femminili, Alexis Cole, classe 1976, newyorkese del Queens, con padre e nonna rispettivamente pianista e vocalis jazz.

Il suo debutto a soli 22 anni, una discografia di tutto rispetto con oltre 10 album al suo attivo, tra cui l'ultimo prodotto nel 2016, un tributo alla musica di Paul Simon.

Una voce bella, sicura, piacevole, prende subito e piace, non puo' non piacere.

Dal cognome si potrebbe pensare ad una nera, magari imparentata con i piu' famosi Cole (Nat King e Nathalie), perche' no, di notevoli fattezze ed invece siamo al cospetto di una bianca, normalissima per dimensioni ma certamente non per la voce. ascoltata per caso su una web radio (radio jazz groove) tramite il mio cocktail audio x50, mi ha interessato subito, con shazam ho intercettato artista ed album e mi sono concesso l'acquisto di tre dei suoi tanti lavori.

Vi segnalo questo cd, del 2014, di cui e' molto curata l'incisione (non a caso l'etichetta e' Chesky Recodrds) evidenziando un brano su tutti: "turn back the universe and give me back yesterday", la voce potrebbe sembrare un mix di Ella Fitzgerald e Nina Simone, l'accompagnamento un jazz d'altri tempi ma che, grazie alla qualita' della registrazione, mette in evidenza tutti gli strumenti come nei lavori piu' contemporanei o moderni.  

PETER CICOTTI - PETER CINCOTTI

 

Come avrete capito mi piacciono le donne, ma devo essere onesto, Peter Cincotti e' davvero un bel ragazzo. tanto bello da diventare in america l'uomo immagine di Ermenegildo Zegna.

pianista, compositore, cantautore di origini chiaramente italiane (provincia di Avellino) nasce nel 1983 a new york.

Voce potente ma soprattutto un talento al pianoforte, un vero virtuoso, a tratti per il tocco molto personale e veloce potrei assimilarlo a nostro maestro e mostro della tastiera, Renato Carosone.

I suoi primi due lavori, questo dell'immagine: "Peter Cincotti" ed il secondo, "on the moon", sono entrambi degli album jazz a tutti gli effetti, con cover meravigliosamente eseguite ed interpretate e alcuni brani inediti.

Non saprei quale scegliere tra i due per cui ve li consiglio tutti e due. sono dischi molto fruibili, musica che non stanca, classici di ogni tempo incisi benissimo.

Esiste anche in dvd che riprende le incisioni in strada a New York e sui tetti, immagino di Brooklyn, molto bello da vedere ed ascoltare se si ha un impianto home theatre.

Bellissima versione di "comes love" e, toccante nel secondo album "on the moon", il brano "he's watching, dedicata a suo padre scomparso prematuramente.

Ho tutta la sua discografia, ma dal terzo album, il bel Peter ha cambiato genere puntando decisamente al pop, peccato, perche' sia il suo talento pianistico che la sua voce, a mio avviso, meglio si adattavano alla musica jazz, oggi povera di talenti come questo.  

NENNA FREELON - BETTER THAN ANYTHING

 

Nel mio continuo cercare voci femminili, nuove e mature nel panorama della musica vocal jazz, ho individuato questa pantera nera, Nnenna Freelon, classe 1954, che ha una voce meravigliosa. Ha collaborato con i piu' grandi anche se al suo attivo non ha una enorme discografia. di contro alcuni dei suoi album sono stati nominati per i grammy awards negli anni dal 1992 al 2000. se vi dico come l'ho scoperta vi farete una risata. ascolto da tempo tramite il mio cocktail audio x50, le radio web, tra queste, una su tutte, "the jazz groove" ha catturato il mio totale interesse tanto da accompagnarmi ovunque, dab in auto, app su iphone e da poco anche collegamento su pc. nella loro pagina web sfilano bellissime foto del gotha della musica jazz, tra cui diana krall, miles davis, herbie hancook per citarne alcuni. oltre questi passa il bel viso di questa jazz singer nera che non conoscevo affatto e di cui mi sono subito documentato sui vari canali.

Ho preso questo suo lavoro che come sottotitolo recita "the quintessential Nenna Freelon" ed in effetti e' un bellissimo album che spazia dal jazz al funky, dal blues a pop melodico, dove la voce di Nnenna domina in modo esagerato, facendo scomparire quasi l'accompagnamento che e' di altissimo livello.

Segnalo una particolarissima versione di "i say a little prayer", classico dei classici del female vocal jazz, reinterpretata ed arrangiata magistralmente dall'artista che non e' solo cantante ma anche produttrice, compositrice ed arrangiatrice dei suoi lavori. bella scoperta! HIGLY RECOMMENDED!

CHIE AYADO - BEST II

 

Chie Ayado è una pianista, cantante ed attrice giapponese, classe 1957, poco conosciuta, se non del tutto sconosciuta qui da noi, scoperta sempre grazie alle web radio che trasmettono musica proveniente da ogni parte del globo.

Utilizzando Shazam ho catturato artista ed album in quanto ero rimasto incantato da una versione solo piano e voce del brano di Billy Joel, "New York state of mind". Credetemi, qualcosa di incredibile, la voce ed il tocco di pianoforte. Una tonalità unica, riconoscibilissima con un'abilità sorprendente nel tenere a lungo una nota con la voce, facendola vibrare come fosse uno strumento. E poi la grazia e la "violenza" con cui suona il piano, a tratti in modo angelico per poi passare ad un accanimento oserei dire poco femminile, ma di sicuro impatto. Ho scaricato prima ed acquistato poi questo suo secondo Best Of, i suoi dischi sono rari da reperire se non a cifre folli su eBay, così come su Amazon. Non comprendo la ragione dell'elevato costo, ma posso assicurare che il contenuto tecnico (incisione divina) ed artistico, sono incommensurabili e tanto meno quantificabili.

Un'artista davvero particolare che non smette di stupirmi ad ogni ascolto.

Ho acquistato su itunes e poi passati sul mio Cocktail Audio X45pro, anche altri suoi lavori e devo dire che suona un Jazz moderno ed innovativo, pur interpretando cover del passato, con un tocco della tastiera che mai mi era capitato di sentire se non dai tempi del grande e compianto Ray Charles. Essendo un Best Of non ho un brano in particolare da segnalare se non quello detto in apertura, che guarda caso è il primo di questo favoloso cd.

Davvero un top dei top. Imperdibile!

RENEE OLSTEAD - RENEE OLSTEAD

 

Texana, bella, giovane, "roscia" (come si dice a Roma a chi ha i capelli rossi), con una voce da brividi, che vuoi di più!

Una voce da angelo, capace di estensioni pazzesche, registra questo lavoro nel 2004 quando ancora non ha 16 anni, mostrando un talento incredibile, specialmente se rapportato all'età, interpretando un musica lontana decenni da quella della sua generazione.

Un bel disco fruibile dal primo all'ultimo brano, cover ben interpretate ed arrangiate, con un cameo donato dal grande Chris Botti che impreziosisce, con la sua magica tromba, il brano "Someone to watch over me" artista che ritroveremo anche nel suo successivo lavoro del 2009 dal titolo Skylark.

Ma le sorprese non finiscono qui, oltre a Chris Botti troviamo in duetto nel brano "Breaking up is hard to do" l'altrettanto grande Peter Cincotti, che a mio avviso suona anche il piano in questo pezzo.

Un bel disco da aggiungere alla collezione se amate il genere, io ce l'ho da quasi 20 anni e non mi stanco mai di ascoltarlo.

Oltre ai brani segnalati per me il pezzo migliore dell'album è: "A love that will last". Incisione ai massimi livelli.

JEFF HAMILTON TRIO - LIVE FROM SAN PEDRO

 

Uno dei migliori acquisti che abbia mai fatto in campo hifi e' certamente il cocktail audio x50 che oltre alle tante sue eccellenze, incorpora un collegamento alle web radio.

Ascoltando prevalentemente le radio di musica jazz, jazz 24, the jazz groove, linn jazz jazz 24, etc. ho avuto modo di ascoltare tanti brani e scoprire tanti artisti ed album da aver rinforzato di molto la mia libreria musicale , acquistando di tanto in tanto, le cose piu' belle ascoltate e catturate con shazam.

Tra queste devo assolutamente segnalarvi questo meraviglioso cd inciso egregiamente dal vivo con il mitico trio del batterista jeff hamilton (gia' presente con peter erskine alla corte di diana krall). con lui un pianista dal tocco magico, tamir hendleman ed un bassista christoph ludy che imparerete a conoscere ascoltando questa incisione di una serata californiana in cui il gruppo si e' esibito nel 2018.

Incisione ai massimi livelli tecnici per un live, dinamica, precisione e soprattutto arte, tanta arte, virtuosismi e classe da vendere sia per il leader che per i "gregari" .

Vero jazz, jazz puro nella sua massima espressione, un classico dei classici, musica di ieri, di oggi e di domani, un disco da avere assolutamente. un brano su tutti: "brush this"....quello che ho ascoltato tramite web radio e che poi mi ha portato all'acquisto di questo capolavoro. 

HOLLY COLE TRIO - TREASURE

 

Nome scomodo nel panorama jazz, in un attimo la mente va al grande nat king, a sua figlia nathalie e non ultima ad alexis cole, oggetto di una delle mie recensioni.

La canadese holly cole e' nota al mondo intero per la sua produzione piu' pop, e' uno di quegli artisti che incidono un brano senza tempo che diventa qualcosa di cosi' familiare da dimenticarne l'origine, non si sa piu' chi lo canta, non si sa di che anno e', ma lo si ascolta sempre volentieri, ogni volta che lo passano alla radio o lo legano a qualche pubblicita'.

Sto parlando di una delle piu' belle versioni di "calling you", cover bellissima ed unica nel suo genere.

Ma holly cole ha anche un'altro repertorio, come una persona bipolare, con due caratteri diversi, quasi opposti, si sposta da un genere ad un altro senza farsene accorgere e cosi', da mattatrice delle hit chart della musica pop, all'improvviso, la troviamo ad interpretare brani jazz con due musicisti d'eccezione, canadesi anche loro, david piltch al basso e aaron davis al piano.

Il cd che vi segnalo e' una sorta di greatest hits tra cui troviamo anche una ulteriore reinterpretazione del citato "calling you, ma che offre ben altro per palati piu' raffinati, come il brano "trust in me" ed altre cover ben rivisitate da Gershwin a tom waits in una chiave tutta sua.

Un po come Patricia Barber ha monopolizzato il genere cool jazz, cosi' holly cole, a mio avviso, reinventa un jazz moderno mescolato al pop di qualita' ed alla sua magica voce che incanta ed accompagna senza mai stancare.

forse chiamarsi cole alla fine e' un vantaggio!

RACHAEL PRICE - THE GOOD HOURS

 

Nella fortuna di avere un cocktail audio x-45pro che tra le tante altre cose, consente l'ascolto di tutte le web radio, divise anche per tema, nell'ascoltare spesso, come ho scritto gia' in altre recensioni, "the jazz groove" che vi consiglio di ascoltare, anche da un pc o un tabelte oltre da da smartphone (esiste apposita app gratuita), aiutato da shazam ho intercettato questa artista australiana di nascita, ma cresciuta negli stati uniti, precisamente nel tennessee, classe 1985.

Una voce ed un sound meravigliosi, rimango estasiato quando ascolto voci femminili cosi' giovani, eppure cosi' vicine per tecnica e bellezza alle migliori jazz singers di ogni tempo.

Tutto questo ovviamente unito al fatto che da audiofilo, l'incisione perfetta dei lavori piu' recenti mi consente di apprezzare la buona musica unita ad una buona riproduzione della stessa, da mio impianto.

Un disco bellissimo questo della price, uno di quei cd che ti fanno attivare la funzione "reapet all" e te lo senti all'infinito, senza mai stancarti, vuoi per il genere, vuoi per come e' interpretato, vuoi per i classici in esso contenuti oltre a brani suoi, eseguiti apparentemente senza alcuna fatica.

Segnalo un brano su tutti, tra l'altro, quello che ascoltai sulla web radio che ho citato, "you go to my head", una cover di un pezzo dei simply red, se non sbaglio (correggetemi quando lo faccio). artista da seguire assolutamente!

PAT METHENY & CHARLIE HADEN - BEYOND THE MISSOURI SKY

 

I due nomi non hanno bisogno di presentazioni, uno e' la chitarra per definizione e l'altro il contrabbasso nella sua massima espressione.

Due virtuosi dei rispettivi strumenti si cimentano in un lavoro meraviglioso, piu' che un cd questo e' un viaggio attraverso le note e le armoniche dei due strumenti a corda, la chitarra acustica di pat e le note gravi del basso acustico di charlie.

L'etichetta discografica e' una garanzia di qualita' dell'incisione infatti verve come ecm o grp, cura particolarmente la resa sonora delle loro produzioni. uno di quei dischi che non si smetterebbe mai di ascoltare, senza tempo, senza fine, chiudendo gli occhi si riesce ad immaginare realmente i cieli di quell'america, tanto diversa da quella piu' conosciuta, che i due vogliono raccontare nei brani di questo meraviglioso album. 

Ottimo per testare gli impianti in quanto l'estensione verso le basse e le alte frequenze sono estreme, tanto da mettere in crisi altoparlanti ed amplificazioni. il brano di apertura, waltz for ruth introduce a questo viaggio a tratti malinconico, forse anche un po triste ma sempre romantico. un cd da ascoltare nei giorni di pioggia, magari davanti ad un camino acceso. 

SINNE EGG - DREAMS

 

Artista danese, classe 1977, dalla voce calda e suadente accompagnata da musicisti di rango in questo suo ultimo lavoro del 2017.

Scoperta sempre per caso ascoltando una radio web, the jazz groove, sono rimasto affascinato dalla timbrica vocale, veramente avvolgente, mai invadente o esagerata.

Arrangiamenti classici ma interpretati in chiave molto personale da questa cantante che, pur se poco conosciuta, anche nel ristretto panorama del genere, sicuramente dovrebbe occupare un posto nell'olimpo delle "female vocals".

Un brano su tutti, "what is this thing called love", tra l'altro, adattissimo ai nostri test dell'impianto in quanto tutti gli strumenti, batteria in primo piano, sono incisi magistralmente. 

Un bel disco, di quelli che si fanno ascoltare, di quelli che ti fanno mettere la funzione repeat.

LYN STANLEY - POTIONS

 

A volte il successo o anche il solo riuscire a diventare cio' che si vuole, arriva in ritardo. e' questo il caso di questa artista americana, figlia di musicisti, il padre pianista jazz e la madre cantante operistica, non proprio giovanissima, ma con una maturita' artistica incredibile che inizia la sua carriera nel 2013 sfornando una sfilza di lavori, uno piu' bello dell'altro. una voce meravigliosa, potente e  vellutata al tempo stesso, una vera jazz singer come le piu' grandi e mature del panorama attuale e del passato. il suo primo album dal titolo "lost in romance", arriva come una bomba nel mercato del genere ed e' subito accettato ed apprezzato.

Un disco da avere, ma ancor di piu' questo che mi permetto di segnalare, del 2014, "potions - from the 50s", una sfilza di cover interpretate magistralmente dalla bella lyn con carattere e personalita'.

Quello che segnalo maggiormente e' la qualita' dell'incisione, davvero unica, da un'etichetta poco diffusa "a.t. music" che anche per gli altri dischi della stanley sfoggia una qualita' spaventosa.

Inarrivabili per costo i vinili di questa artista, pensate che su amazon partono dai 70,00 euro ed arrivano anche ad oltre 200,00!

Credo che piano piano, prendero' tutti i suoi album, magari in liquida, visto i costi, ma se il cd e' cosi' ben inciso, non riesco ad immaginare la versione in lp a 33 giri.   

LYN STANELY - LOST IN ROMANCE

 

Può sembrare strano che metto due recensioni della stessa artista una di seguito all'altra ma credetemi, sono stato stregato dalla sua voce, dalla sua musica, dai musicisti che l'accompagnano, dalla scelta dei brani e soprattutto dalla qualita' di incisione dei suoi dischi. davvero complimenti a questa casa discografica - a.t. music, che oltre a produrre un'artista di livello top, la valorizza ulteriormente con incisioni magistrali.

Questo "lost in romance" e' il disco con cui Lyn Stanley si e' presentata al mondo, nel 2013, nell'affollato e competitivo panorama delle cantanti jazz.

Soul Levine, uno speaker e dj molto influente nel campo delle radio commerciali americane, in particolare della costa pacifica (Los Angeles e san francesco) l'ha eletta "Female vocal jazz of the year 2018".

Sto ascoltando continuamente i tre album che ho acquistato e non vedo l'ora di prendere i restanti perchè se nel 2013 questo e' il suo esordio, nel 2014 ha realizzato il lavoro di cui vi ho parlato qui sopra, non so cosa siano i piu' recenti, sia a livello artistico che sonoro. ormai sono stati eletti i miei dischi test, Stacey Kent e Diana Krall scendono dal mio podio, cosi' come scesero prima di loro Melody Gardot e Diane Schuur.

Segnalo un paio di brani, con difficoltà' perchè sono tutti meravigliosamente interpretati e musicalmente ri-arrangiati in modo perfetto, "Feever" e la splendida "the nearness of you" dove c'e' un bellissimo fraseggio a due tra voce e sax.

Dischi da avere assolutamente se amate questo genere.

LYN STANLEY - INTERLUDES

 

che vi devo dire, mi saro' innamorato, e' la terza recensione consecutiva per lyn stanley.

Da giorni non ascolto altro, musiche meravigliose, senza tempo, interpretate da una voce che fa sognare, dischi incisi come pochi ne ho nella mia nutrita libreria musicale.

Ogni album e' una sorpresa, ogni brano lascia il segno, vorresti che non finisse mai, ma poi inizia il successivo ed e' di nuovo magia. se ascoltate la rivisitazione di "in the sentimental mood" sono certo che tutti voi, compreso il grande Duke Ellington che la scrisse nel lontano 1935, rimarrete basiti davanti a tanta bravura e classe.

Come ho scritto nelle recensioni che precedono, sto' prendendo tutti i suoi album e prima o poi spendero' un po di soldi per un vinile perche' se e' inciso come i cd, siamo davvero all'apice di qualita' tecnica unita a qualita' artistica, cosa alquanto rara.

Questo disco e' del 2015 e si ascolta senza alcuna fatica, uno di quei dischi, di quei 10 dischi da portarsi sull'isola deserta.

Il brano "black velvet" una sorta di ballata blues e' un bel test per i nostri amati impianti, strumenti ben definiti, tutti, pianoforte, chitarra, batteria e la splendida voce che tiene insieme il tutto in una mescolanza magica che non si smetterebbe mai di ascoltare.

LYN STANLEY - LONDON CALLING: A TOAST TO JULIE LONDON (2 LP)

 

L'eccezionale qualita' dei suoi LP e di conseguenza del loro costo e' dovuta all'attenzione maniacale messa nel progetto ma soprattutto alla tecnica di incisione "direct to disc" che potete meglio capire ed apprezzare guardando questo video:  

Ho acquistato questo doppio lp su ebay ad un prezzo non proprio economico, 130,00 con la spedizione! ma una volta arrivato, capisco che sono soldi spesi bene.

La qualita' del prodotto si evince gia' dalla plastica che lo protegge e dal materiale con cui e' realizzata la copertina.

I dischi sono due ma le tracce sarebbero potute entrare abbondantemente in uno solo.

La tecnica di incisione e la tendenza attuale di chi realizza vinili, e' quella di fare album doppi per dare piu' spazio ai solchi e rendere l'incisione ancor piu' dinamica. infatti c'e' una bella differenza, anche solo a guardarli i solchi tra questo disco, che ricordo e' inciso con la tecnica "direct to disc" e quelli convenzionali.

Bellissima opera, incisa magistralmente ed altrettanto magistralmente interpretata. un disco numerato, solo 300 copie prodotte, a me e' toccata la copia n. 095.

Un disco da conservare e maneggiare con cura, per quegli ascolti indimenticabili, che fanno la differenza, che ti fanno apprezzare la musica e l'impianto nel modo piu' profondo e vero.

LYNNE ARRIALE TRIO - INSPIRATION

 

Lynne Arriale e' un pianista, una compositrice e leader di una band, un trio jazz, che prende appunto il suo nome.

Americana di milwaukee, attiva dal 1994 ha al suo attivo 14 album come leader e 5 come ospite.

Ha suonato con musicisti del calibro di John Patitucci, Jay Anderson, Randy Becker e molti altri.

Classe 1957 ha un trascorso di studi molto serio nelle migliori scuole di musica del suo paese. questa formazione classica trasuda dai suoi lavori, precisione, tecnica, oserei dire quasi accademica ma di sicuro impatto. segnalo questo album del 2000, Inspiration, nel quale il trio e' composto dalla Arriale al piano, Jay Anderson al basso e Steve Davis alla batteria.

Jazz classico ma interpretato in chiave moderna, disco fruibile mai affaticante e soprattutto ben inciso.

Un brano su tutti (difficile scelta perche' sono tutti davvero notevoli) "tones for joan's bones" dove il tocco di questa pianista, ben coadiuvata dai due musicisti che la accompagnano, non fa rimpiangere nemmeno il mitico Bill Evans, che sicuramente la ispira...non a caso, appunto "inspiration" :-).

PAT COIL - JUST AHEAD

SHEFFIELD LAB LP - 1993 USA

 

Un caro amico, amante del rock e del pop piu' che del jazz e della fusion, mi ha fatto questo meraviglioso regalo.

Un lp doppio da 180 gr. high quality prodotto dalla casa discografica Sheffiled Lab del pianista/tastierista Pat Coil.

Non conoscevo se non di nome questo artista ma devo dire che dalla prima nota riprodotta da giradischi sono rimasto colpito dal suo tocco di pianoforte ed ancor piu' dalla qualita' dell'incisione.

Pat Coil e' un artista statunitense che vanta collaborazioni al top dell'ambiente jazz contemporaneo, come john patitucci, carmen mc rae, john basley, nathalie cole per citarne alcuni con cui ha collaborato o ha partecipato ai relativi tour mondiali.

just ahead e' un album doppio, ma uno dei lati di uno dei due dischi e' completamente liscio, non inciso, senza nemmeno l'etichetta tonda. ottimo per fare delle prove di antiskating, vta etc. del braccio mentre c'e' comunque il disco in rotazione.

Veramente un bel disco, bella musica, difficile da definire se non "fusion" con contaminazioni principalmente jazz, blues ed anche classiche, a tratti orchestrali.

Un disco dal valore inestimabile, l'ho visto su ebay.usa a 300,00 dollari!! forse per il fatto che oltre ad essere uno Sheffiled Lab e' anche una edizione a tiratura limitata a soli 5000 pezzi. essendo un fuori stampa (out of print) u.s.a. del 1993 non credo che ce ne siano ancora molti in giro.

Veramente un bel disco, raro, ben inciso con qualita' tecnica 10/10 e qualita' artistica 10/10. 

ESBIJORN SVENSSON TRIO - FROM GAGARIN'S POIN OF VIEW

 

Trio svedese di jazz contemporaneo guidato dal grande quanto  compianto pianista e leader che da il nome alla band, scomparso in un incidente mentre praticava attivita' subacquee nella sua Stoccolma.

Questo, a detta di molti piu' esperti di me e profondi conoscitori del gruppo, non e' il miglior album, ma contiene il brano che da il titolo all'album e che troviamo presente anche nella raccolta del gruppo, piu' semplicemente chiamato e.s.t.

From gagarin's point of view e' veramente un viaggio in orbita attorno alla terra, come quello che fece l'astronauta russo Yuri Gagarin, per chi poi, come me, ha vissuto da bambino l'era della corsa allo spazio, dallo sputnik alla cagnetta Laika, fino al passo di Armstrong sul nostro satellite, questo brano ha un sapore ancora piu' intenso.

Tutto il disco e' a mio avviso un capolavoro di contemporary jazz con mescolanze melodiche ed armoniche che arrivano fino al rock facendone intravedere una lontana parentela.

Un tocco di pianoforte che nulla ha a che invidiare ai mostri sacri della tastiere di ebano ed avorio, ritrovo nel suo modo di suonare un po di Keith Jarret cosi' come di Bill Evans.

Bella musica fruibile, mai stancante, pochi strumenti, ovviamente e' un trio classico, piano, basso e batteria.

Peccato per la drammatica fine del povero Esbijorn avvenuta nell'ormai lontano 2008 e di conseguenza del trio che pero' ci lascia oltre una dozzina di lavori, ho tutta la loro discografia. 

JOHN COLTRANE & JOHNNY HARTMAN - LP 200 GR.

 

Ci sarebbe poco da dire su questo disco che considero una delle pietre miliari della musica jazz. uno dei piu' grandi sassofonisti, se non il piu' grande ed una voce maschile da far venire i brividi, una estensione verso il basso pazzesca.

Ho preso questo capolavoro nella versione in vinile da 200 grammi prodotto dalla etichetta discografica Impulse. Una incisione del 1963 che per qualità e quantità potrebbe sembrare ricavata da un master digitale piuttosto che da una placca vinilica di una registrazione completamente analogica.

Che incisione! che musicisti! John Coltrane al sax, McCoy Tyner al pianoforte, Elvin Jones alla batteria, Jimmy Garrison al contrabbasso e Johnny Hartman alla voce.

Quest'utlimo ha una voce da far impallidire quella di sinatra e sono piu' che certo che se non fosse stato nero e non si trovasse i quegli anni negli usa, avrebbe potuto anche adombrare il pur grande frank, ma si sa, in questo ambito i neri hanno qualcosa in piu'.

Un disco meraviglioso, fruibile nel tempo senza che stanchi mai. coltrane ed hartman si conoscevano da molto tempo in quanto entrambi impiegati nell'orchestra di dizzie gillespie.

Anni meravigliosi di una epopea, come quella del rock che difficilmente si ripeteranno.

Lush Life (la vita facile) e' uno dei brani che segnalo, solo perche' uno dei piu' conosciuti standard jazz, interpretato da molti grandi come rickie lee jones, nat king cole e perfino duke ellington, cosi' come, in tempi piu' recenti, da donna summer, linda ronstad e lady gaga.

Disco da possedere assolutamente qualunque sia il genere prediletto, un must della musica in senso universale. 

EFREM - CONFINI

 

Grazie a questo sito ho avuto modo di conoscere molte persone che mi hanno contattato a vario titolo per informazioni su questo o su quell'apparecchio. mai mi era capitato che un gruppo di musicisti mi contattasse per chiedermi una recensione del loro lavoro.

Lusingato ed ororato e' dire poco, cosi' come poco e' anche il valore e la visibilita' di questa recensione, ma scrivo comunque qualcosa su questo gruppo di ragazzi, bolognesi di adozione, perche' da ieri, ascoltando e riascoltando i loro pezzi, a 58 anni suonati, mi e' tornata la voglia di rock sopita in me da troppo tempo.

Gli Efrem sono la dimostrazione dei tanti (troppi) talenti nascosti o che non riescono ad emergere come dovrebbero, del panorama delle band nostrane.

questo di cui vi parlo non e' il loro unico lavoro ma e' l'ultimo in ordine di tempo (2020).

ToltI Vasco e Ligabue per i quali non vado matto, il rock italiano per me, al momento, e' rappresentato unicamente da Le Vibrazioni e piu' recentemente dai Maneskin.

Ecco, a mio modestissimo avviso gli Efrem si collocano in questo spazio, per altro poco affollato, di band rock con sfaccettature che vanno da progressivo al psychedelic.

Il vero problema e' che il rock purtroppo e' morto o forse piu' precisamente e' dimenticato e soprattutto mai conosciuto ed apprezzato dalle nuove generazioni, stordite e rimbambite dal rap e dal trap che personalmente vieterei per legge.

Sono cresciuto a pane e led zeppelin, pink floyd, deep purple, emrson lake and palmer etc, per questo apprezzo il lavoro degli Efrem perche' sento che la loro cultura musicale ha le stesse radici della mia.

Scrivo queste parole mentre con gli auricolari del mio iphone ascolto il brano "20mila leghe", e' come un viaggio attraverso un mare in tempesta che a tratti si calma ed a tratti riprende la sua forza ed il suo vigore.

davvero notevoli e incantevoli le atmosfere che riescono a creare in brani come "plutone" e "navi".

Un bellissimo disco da ascoltare e riascoltare trovando ogni volta una sfumatura in piu', da ex batterista devo fare i miei complimenti al drummer della band, corrado, classe 1983, davvero capace, molto presente e determinante la sua ritmica in brani come "gale boeticher" dove a tratti mi sembra di ascoltare i rush.

Trovate i loro pezzi sulla piattaforma soundcloud.com ma anche su youtube (https://www.youtube.com/watch?v=5jcr2e7quha).

bravi ragazzi, alla grande! avanti cosi', vi auguro di cuore tutto il successo che meritate. 

NADA TRIO 

 

Pensare che questo disco veniva venduto insieme ad una rivista e vedere oggi che la ristampa del 1998 oltre che introvabile viene venduta (molto raramente) su ebay o altri siti di vendita di dischi anche a 100,00 euro, lascia immaginare il suo contenuto.

Il trio si forma nel 1997 e si compone della cantante Nada, e due ex componenti della band casertana "Avion Travel" e precisamente il compianto  Fausto Mesolella (chitarra acustica) e Ferruccio Spinetti (contrabbasso).

L'album e' inciso in studio ed e' un vero capolavoro musicale, sia dal punto di vista artistico che tecnico.

Nada ha una voce riconoscibilissima, "toscanaccia", a tratti ricorda la Nannini, (o forse e' la Nannini che le somiglia) a conferma che da quella terra, nascono talenti femminili destinati al successo.

Il disco finisce e viene voglia di mettere il repeat, tutti i brani sono interpretati al meglio dai tre, la chitarra acustica di Mesolella ed il contrabbasso di Spinetti non fanno sentire minimamente la mancanza della batteria, la ritmica viene compensata dai veloci riff delle corde dei due strumenti. incisione tra le migliori della mia nutrita discoteca (oltre 1000 cd e circa 1000 lp) un disco che andrebbe ristampato magari da una etichetta importante perche' e' davvero unico.

Non segnalo, come solitamente faccio, un brano in particolare, perche' davvero non saprei quale evidenziare tanto solo belli, ben interpretati e ben incisi. cio' che consiglio piuttosto a chi legge questa recensione e' di cercarlo o scaricarlo laddove lo si possa trovare (purtroppo su itunes non c'e').

Grande Nada, grande il Trio. se lo trovate, a qualunque cifra, prendetelo, un vero disco test per i nostri preziosi impianti.

ARCHIE SHEPP - TRUE BALLADS

 

Archie Shepp quintet, incisione del 1996, etichetta Venus, diventato di prepotenza uno dei miei dischi test preferiti.

Oltre che per gli indiscutibili contenuti artistici, il sassofono e' uno dei più' bei strumenti da riprodurre nei nostri impianti domestici, il sax tenore poi, scende a delle frequenze davvero ostili per i diffusori e riuscire a riprodurle in modo corretto e credibile e' la sfida quotidiana di ogni appassionato di alta fedeltà, musica e riproduzione sonora.

Un disco davvero bello e fruibile dal primo all'ultimo brano, ma mi soffermo proprio sul primo: "The thrill is gone", che inizia con il rumore del plesso toracico di Archie Shepp che si carica gonfiando i suoi polmoni con metri cubi di aria che usciranno poi attraverso il suo ottone in un modo quasi incredibile per una incisione su cd.

Solitamente questa emozione l'ho provata stando a pochi metri da un sassofono, beh, credetemi, questa incisione, questo brano in particolare, riporta fedeli e integre tutte le armoniche del sax anche con le sue rumorosità meno musicali ed e' davvero devastante il risultato sonico, mai sentito nulla del genere riprodotto da un cd.

Vale l'acquisto solo per questo brano. 

MANESKIN - IL BALLO DELLA VITA

 

Da romano ed amante del rock quale sono, non potevo non scrivere qualcosa su questo gruppo di ragazzi della mia citta' davvero talentuosi.

Venuti fuori da X-factor anche se non come vincitori, mi hanno davvero stupito per la loro musica, per la loro presenza scenica a dispetto della loro davvero giovane, giovanissima eta'. Parliamo di classi dal 1999 al 2001, cosa che mi lascia veramente stupito per quanta arte, quanto talento, quanta conoscenza della musica, del ritmo e quanta cultura musicale possano aver assorbito in cosi' poco tempo di vita.

Ho una figlia del 1999 ma non credo che sappia nemmeno lontanamente chi sia Jimmy Page o Alvin Lee piuttosto che David Gilmour o Tropper Headon per cui a questi ragazzi va il mio piu' caloroso e sentito applauso, in modo particolare alla bassista, Victoria de Angelis (2000), ma non posso, da ex batterista, trascurare Ethan Torchio (2001) cosi' come la chitarra (una vecchia Fender Stratocaster rossa) di Thomas Raggi (2001).

E come non parlare del front man, leader, cantante, voce particolare, dalla personalita' ambigua, forse piu' costruita che reale, ma di sicuro effetto, Damiano David (1999) che completa il gruppo il quale, seppur con soli tre strumenti di base, creano atmosfere che evocano il piu' bel rock degli anni 70/80. 

Si passa da brani rock-melodici a quelli di rock-puro, dalla famosa "Torna a casa" alla meno nota ma bellissima "Moriro' da re", davvero un album ricco, completo, fruibile dalla prima all'ultima traccia, secondo lavoro di questa band che mi auguro continui a sfornare dischi perche' insieme a Le VibrazionI, i Negramaro ed a tratti i Moda', sono l'unico fronte di resistenza del rock all'incedere dal rap, del trap e di altri generi attuali che personalmente non riesco a classificare nemmeno come musica.

MANESKIN - CHOSEN

 

Non potevo omettere di scrivere qualcosa anche del lavoro di esordio dei Maneskin, una ulteriore conferma che quel talento di cui ho scritto del loro secondo e piu' conosciuto  album, qui viene confermato ed anzi oseri dire certificato.

Davvero una rivelazione, era dai tempi di Mengoni che la fucina di x-factor non sfornava talenti di questo calibro.

Chosen fu proprio il brano con cui stupirono i giudici ed il pubblico in quella bellissima edizione del talent show (2017).

Questo disco sorprende per il ritmo e la fruibilita' con cui si viene subito rapiti al primo ascolto, per me e' davvero difficile ascoltare un album nuovo due o tre volte di seguito, qui sono riuscito ad ascoltarlo oltre quattro volte mettendo il repeat al mio cocktail audio e credetemi, e' davvero un bel lavoro. Rock vero, pulito, come non se ne sentiva da tempo, specialmente in Italia, specialmente se si pensa che realizzato da ragazzi poco piu' che ventenni che ci hanno gia' sopreso e stupito quando erano tutti minorenni.

Ma dove hanno appreso cosi' tanto in cosi' poco tempo? anche io all'eta' loro suonavo (la batteria) ma la vera maturita' e cultura musicale ha richiesto tempo....davvero notevoli...chapeau!.

La Sony Music non se li e' lasciati scappare, e vorrei vedere.

Gli auguro una lunga carriera che li vada ad iscrivere nel firmamento delle migliori band italiane, anche se purtroppo il rock, per quanto la loro iniezione di adrenalina lo possa aver rianimato, nelle nuove generazioni credo che difficilmente possa attecchire, menomale che ci siamo noi vecchietti che ancora lo apprezziamo.

Tornando al questo disco, come solitamente faccio, questa volta non segnalo nessun brano perche' sono tutti belli, tutti diversi tra loro, tutti da ascoltare attentamente, bei giri di basso, bella ritmica, bella la voce di Damiano David che ha davvero il fisic du role della rock star.

Complimenti ragazzi, grande musica...avanti cosi'! 

FAUSTO MESOLELLA - LIVE AD ALCATRAZ

 

Fausto Mesolella chitarrista, arrangiatore, compositore, campano, precisamente casertano, ex componente del gruppo Avion Travel, purtroppo prematuramente scomparso nel 2017.

Pochi anni prima, nel 2013, incide questo meraviglioso disco dal vivo alla libera universita' di Alcatraz a Santa Cristina di Gubbio in mezzo ai boschi umbri.

Si tratta di un super audio cd, super davvero, prodotto dal buon ricci di Fone' Jazz che con questo album raggiunge apici tecnici inarrivabili (disponibile anche in vinile).

Inarrivabile e' soprattutto la qualita' artistica del compianto Mesolella che ho citato in una precedente recensione del "Nada Trio", altro capolavoro da avere assolutamente.

Solo chitarra acustica, magica, spaziale, incredibile pensare che siano solo due le mani a suonarla, davvero un masterpiece artistico e come detto un'incisione superba, disco test a tutti gli effetti per le armoniche riprodotte, specialmente nel registro medio-alto.

Segnalo come mio solito un brano, una versione di Libertango del mostro sacro Astor Piazzolla davvero da brividi.

Impossibile non averlo nella propria libreria musicale. (preso anche in vinile edizione speciale Japan Made sempre della Fonè Jazz). 

Di recente ho acquistato, sempre sul sito della Fone', la versione in vinile trasparente 180 grammi Made in Japan in edizione limitata a sole 496 copie, di questo meraviglioso disco, imperdibile!

LUCIA MINETTI - JAZZ NATURE

 

Sempre grazie all'app Shazam, ma ancor prima ad una radio web da cui ormai sono completamente dipendente, "the jazz groove", ho scovato nell'ascolto un po distratto durante questo periodo di pandemia e smart working, questa meravigliosa artista italiana.

Lucia Minetti vanta collaborazioni con i grandi del jazz italiano che non sto ad elencare ed ha collaborato, tra i tanti, anche con il grande Paolo Conte.

Il lavoro di cui vi parlo si spiega da solo nel titolo, Jazz Nature, si, e' davvero cosi', una voce nata per fare jazz, solo jazz e della miglior specie. come avrete facilmente capito prediligo le voci femminili ed ho, in qualche modo, espresso gia' le mie preferenze per questa o quell'artista, ma qui siamo di fronte ad altro.

Qui si parla solo di voce, di una voce pura, assoluta, una vera solista, da quanto deduco, abituata ad essere accompagnata al massimo da due strumenti, come in questo caso, chitarra e contrabbasso, molto indietro sul piano sonoro rispetto al suo di strumento, la voce, incantevole, tanto potente quanto dolce e raffinata che domina la scena ed esce quasi materializzandosi dai diffusori.......sono giorni che non riesco ad ascoltare altro.

Tra l'altro questo cd, quasi introvabile, e' inciso benissimo, sarei tentato di non segnalare nessun brano tanto e' bello e piacevole da ascoltare tutto, ma il brano di apertura, come raramente accade nei lavori di questo genere, e' veramente meraviglioso, "the nearness of you", quasi a voler catturare da subito l'attenzione, se il primo brano e' cosi', chissa' quelli che seguono.....ed e' esattamente cosi'.

Disco da non perdere che spero di trovare nella versione in vinile, anche se temo che non sia mai stata prodotta.

Entra a pieno titolo nella classifica dei 10 dischi che mi porterei sull'isola deserta.

HOUSTON PERSON - NATURALLY

 

Classe 1934, ancora attivo alla sua veneranda eta', e' un sassofonista americano del south carolina, terra di neri talentuosi e anche lui non poteva non aggiungersi alla schiera di mostri sacri provenienti da quella terra macchiata dalla piaga della schiavitu' e forse, proprio per questo, genitrice di talenti in tutti i campi della musica jazz.

Ho ascoltato per caso il brano That's all, di questo album intitolato Naturally, un classico dei classici del genere, magistralmente interpretato e rielaborato dal quartetto di person, ma quello che ha catturato la mia attenzione piu' della qualita' artistica, pur a livelli di eccellenza, e' stata la qualita' dell'incisione di questo lavoro.

Acquistato prima su itunes e poi anche in formato cd sono alla ricerca della versione in vinile che sembra impossibile da trovare. in ogni caso, questo album e' diventato a pieno tiolo il mio disco test attuale, vuoi per i contenuti e l'arte indiscutibile del sassofonista statunitense, vuoi per l'incredibile resa sonora di questa incisione del 2012 realizzata della etichetta high note.

Person ha inciso per le maggiori case discografiche del panorama jazz, come prestige, savoy e muse per citarne alcune, ma la recente produzione con high note label a mio avviso e' la migliore dal punto di vista qualitativo.

Grande musica, grande jazz, grandiosa incisione, un disco da avere assolutamente nella libreria di un audiofilo.

MANESKIN - TEATRO D'IRA VOL. 1

 

Chi mi legge assiduamente avra' notato che sono entrato in fissa (cosi' si dice a roma quando qualcosa ci piace molto) con i Maneskin.

In tempi non sospetti ho scritto entusiasticamente dei quattro romani quando ancora non avrei nemmeno immaginato una loro partecipazione a san remo, cosa peraltro davvero insolita per un gruppo rock.

E visto com'e' andata sono davvero contento per loro e sono soprattutto contento proprio per il rock, che sembrava morto, specialmente in italia, specialmente tra i giovanissimi.

I Maneskin gli hanno ridato vita e forza e spero che continuino cosi', per me, hanno tutte le potenzialita' di una band di quelle che passano alla storia. mi sono acquistato tutti i loro dischi (3 per ora) in tutti i formati, liquida, cd ed lp, purtroppo in quest'ultimo formato mi manca "il ballo della vita" che e' arrivato a delle cifre indicibili, altra caratteristica che non si vedeva da tempo, album che diventano subito introvabili, edizioni limitate con vinili colorati a tiratura ridottissima che non si trovano piu' se non su ebay, anche a dieci volte il loro valore iniziale.

Ma veniamo all'ultimo lavoro, teatro d'ira vol. 1, che comprende, oltre alla canzone vincitrice del 71° festival della canzone italiana, "zitti e buoni", anche il brano, gia' disco di platino, "Vent'anni", bellissima ballata rock con un testo davvero profondo ed attuale condito da un assolo della vecchia Fender Stratocaster di Thomas Raggi da brivido, uno dei pochi brani, se non l'unico in cui anche il front man della band imbraccia una chitarra elettrica per accompagnare il solista.

Segnalo per questo album, di sole otto tracce, ma tutte molto intense, il brano "Coraline" dove il bel Damiano con la sua inconfondibile timbrica, intona alcune note vocali che mi ricordano tanto Jimmy Page.

Altro bel lavoro. talento puro, bravi! "I led zeppelin de noantri".

La successiva vittoria all'Euro Festival li ha proiettati nelle chart internazionali, tant'e' che questo album si trova anche nelle zone alte delle classifiche uk e usa. 

Grandi ragazzi! avanti cosi'!

MARTY BEECH - SUMMER WIND

(TRIBUTE TO FRANK SINATRA)

 

Forse il piu' bel disco della mia collezione.

Tanto bello, quando difficile da trovare. acquistato su amazon, dopo tre mesi di attesa mi hanno reso indietro i soldi perche' il cd non era piu' disponibile, cosi' mi sono messo a cercarlo altrove, ma credetemi, almeno fino a poco fa, non era presente nemmeno nello store di apple, mentre e' presente in straming sulla piattaforma Tidal.

Alla fine l'ho trovato, una unica copia, su ebay usa, pagato non poco fra trasporto e costo del cd, oltre 35,00 euro!

Ma credetemi, mai soldi furono spesi meglio per un disco.

Un vero tributo al grande Frank Sinatra da parte di questo artista, sconosciuto a me come credo a tutti voi, ma dalla voce pazzesca, difficilmente indistinguibile da quella del magnifico frank. tutti i suoi brani piu' belli interpretati senza stravolgerne la natura, ma anzi, aggiungendo una cura nell'incisione, oltre che nell'esecuzione, da lasciare senza parole. Io l'ho ascoltato di sfuggita su una web radio - the jazz groove - ed ho fatto appena in tempo a "pizzicarlo" con shazam che mi ha indicato artista e lavoro. difficile, se non quasi impossibile, trovarlo, ma alla fine ce l'ho fatta e, come detto in apertura, non credo di avere un cd piu' bello e completo di questo. da ascoltare tutto d'un fiato, si ripercorre la storia d'america e del mondo in quegli anni meravigliosi tra i '50 ed i '60, magistralmente interpretati da questo marty beech ed un'orchestra di primissimo ordine.

Non cito alcun brano in particolare perche' e' tutto un vero capolavoro, un disco da avere assolutamente, ma ripeto, difficilissimo da trovare. 

Chi ha tidal lo puo' ascolatare, comprarlo e' quasi impossibile.

CECILE VERNY QUARTET - THE BITTER AND THE SWEET

 

Scoperta grazie a tidal, altra voce potente, naturalizzata francese, con base in Germania ma proveniente da una delle tante colonie francesi, la Costa d'Avorio.

Meglio conosciuta come cvq, l'acronimo di Cecile Verny quartet, e' una cantante jazz di primissimo ordine che ha ottenuto i suoi maggiori successi nel paese in cui si e' stabilita, la Germania, dove ha prodotto quasi tutti i suoi lavori.

Proveniente da una formazione soul e r&b, ma anche di cori gospel, la sua musica e' contaminata da tutte queste caratteristiche, oltre che dai paesi in cui ha vissuto e che l'hanno influenzata, l'Africa, la Francia, la Germania, in un mix di sound molto originali che non riesco ad assimilare a nessun'altra artista del suo genere.

La sua produzione musicale consta di questi album:

fair & faith » 2013 audio ici

keep somme secrets within » 2010 label/dist. : minor music

amoureuse » 2008 label/dist. : minor music

the bitter and the sweet » 2006 label/dist. : minor music

antibes » dvd live 2004 label/dist. : double moon / sunny moon

kekeli » 2002 label/dist. : double moon / sunny moon

metisse » 1999 label/dist. : double moon / sunny moon

got a ticket » 1998 label/dist. : double moon / sunny moon 

Posseggo due cd di questa originale artista, "the bitter and the sweet" del 2006 e "amoureuse" del 2008 che oltre ad essere molto fruibili, sono incisi in modo spettacolare pur essendo prodotti da case discografiche minori. davvero notevole! 

HERBIE HANCOCK - POSSIBILITIES

 

Herbie Hancock classe 1940 e' uno dei piu' grandi pianisti della storia del jazz e della musica piu' in generale, un genio, tanto classico quanto moderno ed innovativo.

Il lavoro che segnalo in questa recensione e' un vero capolavoro, registrato in studio nel 2005, uno di quei dischi da portare nell'isola deserta, basta leggere sulla copertina le star con cui ha interagito in questa opera da far venire i brividi.

Ma i veri brividi, piu' di altri, ve li fara' venire il pezzo interpretato dalla voce celestiale di Christina Aguilera, "a song for you", un blues cosi' coinvolgente che e' diventato prepotentemente uno dei miei brani preferiti, anche per testare l'impianto.

Incredibili i fraseggi voce/pianoforte tra la bella Aguilera ed il talentuoso Hancock, riff veloci che riempiono gli spazi lasciati liberi dalla voce meravigliosa della cantante newyorkese.

Ma non finisce qui, come direbbe il buon Corrado Mantoni, brani meravigliosi anche quelli con Sting, Joss stone e Paul Simon, insomma un disco da possedere assolutamente, non facilissimo da trovare in cd, impossibile da reperire (forse mai stampato) in formato vinile, ma fortunatamente presente anche sulle piattaforme tidal, quobuz e spotify.

Basta aggiungere che per questo lavoro ad Herbie Hancock e' stato conferito un Grammy Award nel 2006 nella categoria: "best pop collaborations with vocals" proprio per "a song for you" con christina Aguilera a cui e' arrivato il Grammy per: "best pop vocal performace". ho detto tutto.

MICHAEL BREKER - NEARNESS OF YOU - BALLAD BOOK (LP DOPPIO)

 

Michel Breker è stato un grande sassofonista statunitense (Philadelphia classe 1949) prematuramente scomparso per una leucemia fulminante nel 2007 ad appena 57 anni.

The Ballad Book è il settimo album registrato in studio del sassofonista.

In questa opera e' accompagnato da mostri sacri come Herbie Hancock al pianoforte, Pat Metheny alle chitarre, Charlie Haden al basso, Jack de Johnette alla batteria ed un'apparizione speciale di James Taylor.

l'album è stato pubblicato dalla verve records il 19 giugno 2001. 

Brecker ha ricevuto il suo ottavo Grammy per il miglior assolo strumentale jazz su "chan's song".

sempre per questo lavoro anche James Taylor ha anche vinto il suo quarto Grammy per la migliore performance vocale pop maschile su "don't let me be lonely tonight".

Bon questo premio, è diventato il primo artista discografico americano a ottenere una vittoria in quella categoria dopo Michael Bolton nel 1992.

Disco praticamene introvabile se non a cifre impensabili, vale la pena cercarlo, presto diventera' completamente irreperibile in formato vinile, mentre e' piu' facile trovarlo in supporto cd (ho anche quello).

Incisione ai massimi livelli, qualita' artistica 11/10 qualita' sonora 12/10, uno dei migliori dischi che ho mai ascoltato come incisione e come contenuti.

Non segnalo alcun brano perche' non e' possibile, siamo al top di tutto, performance, musicisti e tecnica di incisione. 

ovviamente l'lp e' di molto superiore al cd.

ETTA CAMERON - ETTA

 

Etta Cameron, classe 1939 nasce a Nassau, capitale delle Bahamas ma come tanti artisti nati in terre lontane, viene naturalizzata dalla europea e multiculturale Berlino per poi trasferirsi definitivamente in Danimarca, una bella passeggiata dall'isola in cui e' nata che ha contaminato la sua musica, lasciando inalterati i tratti di origine della black music, dei cori gospel e del blues.

Una voce quasi maschile, ma raffinata quanto potente che viene accompagnata sempre da musicisti di primissimo ordine e soprattutto con arrangiamenti davvero originali.

Cresciuta come detto nel mondo gospel, affina la sua tecnica vocale inserendosi in un genere molto affollato di female voices, ma non per questo puo' essere confusa con altro.

Segnalo questo lavoro che probabilmente e' il suo ultimo album, del 2009. atmosfere da jazz club di avanguardia berlinese, un disco davvero bello di cui segnalo il brano di apertura, una rivisitazione (il termine non rende il concetto espresso) di "what a wonderful world" del grande Louis Armstrong che certamente da lassu' avra' certamente gradito, per la fantasia ed il talento espressi nel rielaborare un classico dei classici. 

Bello tutto il disco  che si ascolta con piacere e facilita' senza rendersene conto si arriva alla fine e viene voglia di riascoltarlo. acquistato inizialmente su itunes l'ho anche preso in vinile da 180gr. una delizia...!

NOA - AFTERALLOGY

 

Aprile 2021, esce il primo album, completamente in chiave jazz, della cantante israeliana Noa, accompagnata dal suo chitarrista e compagno di vita, Gil Dor.

Tutti classici e standard del vocal jazz dell'epoca d'oro, interpretati totalmente in acustica, voce e chitarra, e che voce e che chitarra! l'intesa tra i due si sente e si capisce che sono anni che la coppia vive di musica e per la musica.

Microfono Neumann e Gibson l5 semiacustica oltre alla splendida voce di noa, sono le uniche vibrazioni che i solchi di questo lp trasmettono ai transienti, un'emozione tutta analogica da vivere e rivivere, passando da "my funny valentine" a "lush life, da "this masquerade" a "every time we say goodbye" per finire ad una rivisitazione di "anything goes" e tanti altri brani interpretati magistralmente dalla voce inconfondibile di Noa.

Un disco nuovo, pubblicato nel 2021, ma che ci porta indietro nel passato, nel piu' bel passato della musica jazz americana.

Un disco da avere assolutamente, peraltro, inciso molto bene.

LIGIA PIRO - LP

 

Bella e brava cantante jazz  argentina, nata a Buenos Aires, classe 1971 dalla voce molto personale ma riconducibile alle top jazz singers di tutti i tempi, capace di salite in acuto quanto discese nel registro basso. voce calda e suadente come la sua terra.

Ha all'attivo una decina di album dal 2003 ad oggi e questo, dal titolo "lp" e' l'album di esordio. scoperta grazie all'amico Ferdinando che, conoscendo la mia passione per le femmine, ohps, volevo dire per le voci femminili, mi ha segnalato un disco da vivo bellissimo che ho subito acquistato, innamorandomi all'istante della sua voce, tanto da ascoltarla fino alla noia su tidal, per poi acquistare quasi tutti i suoi dischi, sia in formatyo fisico che da itunes.

Tutte ben interpretate e soprattutto ben arrangiate le cover in "lp" tra cui segnalo una versione di speak low rielaborata in ritmo samba leggermente piu' veloce del registro brasiliano.

Di fatto tutti gli album della piro sono rifacimenti di cover della miglior musica di tutti i tempi, ma nonostante questo, la piacevolezza, oltre ad incisioni di livello (guarda caso fuori dall'argentina viene distribuita da Sony Music) rendono il tutto fruibile senza generare alcuna stanchezza o fatica d'ascolto.

Artista da seguire, altamente consigliata agli amati del genere.

Bella scoperta, soprattutto perche' poco conosciuta ed introdotta nel jazz star system americano, a dimostrazione che anche dall'America Latina c'e' molto da scoprire e da rimanere stupiti.

R. CARTER G. RUBALCABA J. DEJOHNETTE - SKYLINE

 

Basterebbero i nomi dei musicisti per finire qui questa recensione. Ron Carter, il contrabbasso per eccellenza, bassista jazz d'antico pelo e classe indiscussa, Gonzalo Rubalcaba, non un pianista, IL pianista e Jack Dejohnette, la batteria nelle sue sfumature più classiche. Un trio che definire divino non è affatto blasfemo, tre mostri sacri si incontrano in un lavoro del 2021 che alza l'asticella di questo genere musicale. Ronald Levin Carter, Ron per gli amici, classe 1937, un ottantacinquenne che ancora ha molto da regalare alla musica con la M maiuscola, Gonzalo Rubalcaba, stella del jazz cubano, ma non solo, uno dei migliori pianisti sul pianeta, tocco alla Bill Evans, il "pischello" del gruppo, classe 1963 ed infine Jack Dejohnette, 80 anni suonati ancora seduto dietro la sua Sonor oggi come mezzo secolo fa.

Un disco che evidenzia i virtuosismi dei singoli pur immersi in una amalgama meravigliosa, come se avessero sempre suonato insieme, inciso benissimo è uno di quei CD che anche se non ami il jazz devi possedere per forza nella tua libreria musicale. Chiudendo gli occhi ci si trova catapultati nei jazz club di quella New York che ormai, tranne poche eccezioni, ha lasciato il posto ai rapper ed alla musica fusion.

Sembra di tornare indietro con le lancette dell'orologio, ma che dico, del calendario, a quei magici anni quando il jazz dei neri che arrivavano da New Orleans e dalle province dell'America più recondita, si fondeva con le sonorità delle formazioni attive nelle grandi metropoli come New Yok appunto, ma anche Chicago, Boston, Philadelphia, etc. creando quello che oggi è definito il jazz moderno.

Disco imperdibile, altamente consigliato.

CHANTAL CHAMBERLAND - SOIREE

 

Nativa di Montreal (Canada) classe 1965 Chantal è una cantante jazz raffinatissima. Le origini la portano a cantare nella lingua francese che oltre ad essere molto musicale, rende ancora più sensuali le interpretazioni femminili.

La Chamberland ha una voce raffinata, con potenza ed estensione che non vengono mai usate abusandone, rendendo l'ascolto fruibile e piacevole. Alcuni hanno assimilato la sua timbrica a quella della grande Edith Piaf di cui esegue senza farla rimpiangere il repertorio così come quello di un altro grande interprete transalpino, Jacques Brel.

Questo lavoro che segnalo è un compendio dei migliori jazz standard che si apre con un pezzo da brivido, una versione di Besame mucho che incanta, vuoi per l'arrangiamento molto originale e vuoi soprattutto perchè cantato in francese.

Eccellente incisione, artista scoperta da poco sempre grazie alla web radio The Jazz Groove, credo che ne approfondirò la conoscenza prendendo altri suoi lavori. A proposito, oltre ad essere presente su tutte le piattaforme di liquida, stampa in cd ed il vinile di alta qualità, 180 gr. il che la dice lunga sulla qualità delle incisioni. Altamente consigliata, un disco che si ascolta tutto d'un fiato. 

THE DANNY GOTTLIEB TRIO - JAZZ BEAUTIFUL BALLADS

 

Tra i dischi che mi porterei sull'isola deserta, sicuramente un posto d'onore lo avrebbe questo lavoro del grande batterista statunitense Danny Gottlieb già nella formazione del Pat Metheny Group.

Questo disco è completamente in controtendenza dalla sua produzione da solista, ho alcuni dei suoi  album, essendo stato batterista, mi piace ascoltare i miei "colleghi" ed immaginare la mia vita come sarebbe stata se invece di fare il funzionario statale, avessi seguito il mio sogno di lavorare nel mondo della musica. Come dicevo questo lavoro, oltre ad essere un vero capolavoro nel suo genere, stacca in modo netto dallo stile a cui ci ha abituato il grande Danny, molto più simile, come approccio ritmico, ad un altro mostro del tamburo, Dave Weckl, che arriva a delle costruzioni e scomposizioni dei tempi impensabili per un essere umano. In questo cd, come anticipa il titolo, si gode di ballate jazz di una raffinatezza ed un piacere d'ascolto indescrivibili. Un pianoforte, un basso e la sua batteria sono i soli strumenti presenti ed il disco scorre con una fluidità che, quando arriva alla fine, viene immediatamente voglia di riascoltarlo. Altamente consigliato anche perchè si tratta di una incisione di primissimo ordine per cui il mio voto artistico/tecnico è 10/10.

FRANZ CAMPI - IL SENTIMENTO PREVALENTE

 

Come scrivo spesso, grazie a questo sito, ho avuto la fortuna ed il privilegio di conoscere bellissime persone e qualche volta, come in questo caso, vengo contattato da addetti ai lavori che mi chiedono di pubblicare una recensione di un artista. La cosa mi lusinga e mi onora, giorni fa ho ricevuto una email da Roberto Carretta, della Società Parole & Dintorni per chiedermi di inserire tra queste mie modeste pagine, quella di un artista di cui la sua organizzazione si sta occupando: FRANZ CAMPI, poliedrico artista bolognese che ha recentemente pubblicato il suo ultimo album “Il Sentimento Prevalente”

Lascio la parola a Roberto che conosce bene Franz ed il suo ultimo lavoro:

Prodotto e arrangiato da Davide Belviso, l’album di Franz è un tuffo nell’anima, un viaggio attraverso le sue emozioni e suoi pensieri: l’unicità di ogni essere, il bisogno di ironia, l’amicizia, la relatività degli eventi, il potere salvifico dell’arte, l’ingiustizia che incrociamo ad ogni passo, il sesso, l’amore, la bellezza dei singoli giorni che ci vengono concessi, la gioia di poter esserci ancora per chi è stato ad un passo dal baratro…

Le canzoni si alternano una dopo l’altra tra leggerezza, angosce e dispiaceri fino alla riflessione finale che chiude il percorso: nonostante spesso pensiamo che siano la paura, l’ansia e altre emozioni negative ad avere la meglio, in fondo è sempre l’amore che ci salva, quello per i propri cari, per la vita e per la libertà, che diviene così il sentimento prevalente. 

Cantautore, presentatore, conduttore televisivo e radiofonico e ideatore di rassegne dedicate alla musica, alla poesia, al fumetto e alla letteratura, Franz Campi nasce a Bologna il 19 marzo del 1962. Interprete del teatro-canzone (“Ciao Signor G.!”, dedicato a Giorgio Gaber e “Sono Fred, dal whisky facile”, dedicato a Fred Buscaglione”), firma di numerosi testi pop (tra cui “Banane e Lampone” per Gianni Morandi), lirici (il libretto dell’opera “La famosa invasione degli orsi in Sicilia” tratto da un lavoro di Buzzati), per bambini (“L’albero della vita” e diversi brani dell’album “Il re dei re”) e per sigle TV (sigla campionato basket Lega2 per Rai Sport), nel 1994 pubblica il suo primo album “Franz Campi”, seguito da “Saluta i gatti e buonasera” nel 2004. Qualificatosi tra i vincitori di Sanremo Giovani nel 1993, partecipa al 44° Festival della Canzone Italiana di Sanremo con “Ma Che Sarei”. Nel 2000 firma, insieme a Gaetano Curreri e Stefano Nosei, l’inno della Fortitudo basket. Nel 2007 e 2008 crea, insieme al Centro San Domenico di Bologna e al Centro Internazionale della Canzone d’autore, il “Festival Lyrics – autori e canzoni”, che negli anni ha visto la partecipazione di artisti come Angelo Branduardi, Ron, Claudio Lolli, Neffa, Alan Sorrenti, Riccardo Tesi, Niccolò Fabi e tanti altri. Dal 2008 Il suo brano “Beslan” è ospite del Museo della Pace di Samarcanda in Uzbekistan. Sempre dallo stesso anno Franz fa parte del comitato scientifico del Centro Internazionale della Canzone d'autore a cura di Lucio Dalla e Davide Rondoni. Dal 2020 è co-autore e conduttore del programma TV “Zorba” dedicato i temi dell’ambiente e della salute prodotto dal Green Social Festival e dal Festival della Salute. Nel 2021 ha realizzato, insieme a Davide Belviso, il jingle della campagna di comunicazione nazionale della "Mortadella Bologna IGP". 

A questo link è possibile ascoltare l’album:

http://hyperurl.co/fcampi_qv

MATTEO CASTELLANO - COME UN MATTO SANO

 

Come ho scritto già nella recensione qui sopra, grazie a questo mio modesto sito, a volte, mi capita di essere contattato anche da musicisti che mi chiedono di recensire i loro lavori in queste pagine. E' questa la volta di un raffinato cantautore piemontese, della provincia di Cuneo, Matteo Castellano che mi ha inviato il link a Spotify del suo ultimo lavoro in ordine di tempo, in quanto ha già al suo attivo quattro album, dal 2011 ad oggi.

Ho ascoltato in cuffia dal mio iPhone tutto il giorno i sette brani che compongono questo CD, "Come un matto sano" e devo dire che mi è piaciuto molto. Sia musicalmente che nei testi, non sono riuscito a trovare somiglianze evidenti con altri artisti il che, oggi, è certamente una cosa buona oltre che rara, visto che anche la musica ultimamente tende un po all'omologazione.

Ogni brano è diverso dall'altro, ma nel complesso è un bel viaggio nel mondo di Matteo che ha fantasia da vendere ed un bel talento.

Ottimi gli arrangiamenti e la qualità di incisione, per fortuna non ho ravvisato l'utilizzo di Auto-Tune che trovo inflazionato di recente.

Qui di seguito tutte le informazioni su questo album per chi volesse approfondire e capirne di più:

MATT(E)O CASTELLANO-COME UN MATTO SANO

Produzione di Matteo Castellano e Cancavallo Records.

Produzione artistica, arrangiamenti e premix di Puso.

Mix e master di Paolo Rigotto al Freakone Studio. 

Solo su "Montagne" produzione artistica di Dainocova, arrangiamento di Dainocova e Puso, mix e mastering di Puso. Art di Alessandro Rivoira DRS. 

Matteo Castellano: chitarra classica solid body, chitarra acustica, chitarra elettrica, voce;

Puso: voci, programming e batterie elettroniche, tastiere, suoni d'ambiente campionati, chitarre acustiche, chitarre elettriche, percussioni, basso sulla parte iniziale di "Canzone per Giulia";

Fabio Piscitello: basso elettrico;

Peppino Leone: tamburello su "Figlio di un milionario";

Dainocova: looping, chitarra acustica ed elettrica truccata, cassa e basso su "Montagne";

Paolo Rigotto: piatti su "Un giro del viale con te".

Il relativo link per ascoltarlo sulla piattaforma Spotify:

https://open.spotify.com/album/3H2cirsEWV7XQQCa05cKbA?si=CfU6t4-9RHu3x9AYC1zqww

SERGIO ROMANO - SKIES

 

In occasione della vendita di un mio giradischi, ho avuto la fortuna ed il privilegio di conoscere questa persona, Sergio Romano, che poi si è rivelato essere un grande artista, compositore e pianista di altissimo livello.

Venuto a casa mia per il detto acquisto, a sorpresa mi ha donato questo suo lavoro dal titolo "Skies" che definire splendido è dire poco.

Non sono un'esperto di musica classica pertanto non potrò dire da quale dei grandi compositori abbia preso più ispirazione, ma quello che posso dire è che ha un tocco di pianoforte veramente magico.

Appena messo, questo cd ti rapisce e ti porta nel suo mondo, un mondo fatto di sali e scendi dolci, di viaggi nella parte più bella ed intima della musica, quella che regala le emozioni più profonde ed intense. Noi che amiamo la musica sappiamo bene che quando ci vengono i brividi, quanto la peluria delle braccia si alza quasi ad attenzionare maggiormente quello che le orecchie stanno inviando al cervello, allora quella è la Musica con la M maiuscola.

Queste sono le sensazioni che ho provato ascoltando e riascoltando il suo album che lui stesso mi ha descritto come un percorso personale che, anche se noi che lo ascoltiamo non conosciamo, in ogni caso, tramite le note del suo pianoforte, riesce a farci arrivare quel qualcosa che le parole non possono e non riescono a spiegare. Come per la poesia e la pittura, anche nella musica le esperienze personali, le gioie i dolori, le ansie le preoccupazioni possono essere tradotte e la tastiera del pianoforte è certamente la cosa più adatta a trasmetterle.

Grande Sergio, complimenti, lavoro stupendo, uno dei pochi dischi che mi porterei sull'isola deserta.

Tutto il resto su di lui lo trovate sul web e su youtube a questo indirizzo uno dei brani di questo incantevole cd:

https://www.youtube.com/watch?v=TFIua_D66Og 

ABISSO - SON OF ABYSS

 

Ormai mi sto piacevolmente abituando ad essere contattato da artisti (veri artisti) che mi chiedono di pubblicare qualcosa su di loro o sui loro lavori. Oltre ad essere onorato e lusingato da ciò, cerco sempre di far capire che queste pagine sono poco visitate, se non da appassionati di hifi che ci arrivano casualmente cercando notizie o foto di questo o  quell'apparecchio. In ogni caso per me è solo un piacere e questa volta il piacere e doppio, anzi triplo, perchè si tratta di un duo, completamente al femminile in un genere musicale poco diffuso che mi ha sempre interessato in quanto mi sento un po dark anche io nel profondo dell'anima. Prova ne è la livrea del mio sito, da molti criticata proprio perchè "Dark".

Ma passo a descrivervi il sound originale quanto elegante di queste due donne, italiane, Valeria Ghisu (in arte: EryaV) e Debora Caputo (in arte: D'avy). Atmosfere rarefatte, degne della miglior serie Netflix di fanta-horror come Stanger Things, suoni particolari, pochi strumenti, mai sovrapposti, un tocco di pianoforte da brivido, mai invadente, il violino, struggente e dolce che arriva a toccarti dentro.

Una musica tenebrosa, malinconica, che stimola il pensiero, la riflessione, che scuote l'anima e che arriva dove altri generi non arriverebbero mai.

Prima di scrivere queste righe ho ascoltato prima in auto, ora a casa con il mio impianto, questo loro lavoro dal titolo, "Son of the Abyss" e credetemi, non riesco a toglierlo tanto mi attrae e mi intriga sia dal punto di vista musicale, che per l'innovazione che porta, pur in un genere affollato e variegato come l'ambient music.

Non posso che sperare nel successo di questo album che ben si adatta ad un ascolto intimo, personale, nella ricerca di se stessi, del senso della vita e perchè no, anche della morte, di quell'Abisso, appunto, che tanto temiamo ma che alla fine da il senso alla nostra esistenza. Sono davvero contento di poter lasciare queste informazioni qui, nella speranza che i miei visitatori abbiano il privilegio di poter ascoltare questa musica che davvero penetra, scuote e fa meditare. Complimenti a Valeria e Debora che hanno scelto un filone non facile, affatto commerciale, per intenditori e lo hanno fatto con una raffinatezza davvero indescrivibile, se potessi usare solo un aggettivo per descrivere il loro modo di fare musica, sarebbe certamente "elegante".

Solo ascoltando potrete capire quello che a parole, a stento, riesco a spiegare. Qui di seguito tutti il link per approfondire (è il caso di dirlo), l'Abisso: 

-Bandcamp: https://abissomusic.bandcamp.com/releases?

fbclid=IwAR0cwIlxJ6upx7DD_eP4EyaZLB80vbYhVXm0Wz-yCK5WuwTHidGymwaOMRs

(Per lo streaming ed il download dell’album); 

-Youtube: https://www.youtube.com/channel/UCMmXlk4zXLm27kSpr6XictQ

(Per visionare alcuni brevi video); 

-Facebook: https://www.facebook.com/abissoart

Qui potrete trovare: musica, fotografie, recensioni, interviste

e brevi scritti (in prosa e in poesia);

-Spotify: https://open.spotify.com/album/09dNC5tXpIM8FrbK6lFFhD?

si=ZE4UGqy2SfSACtgJJdrrWg (Per lo streaming dell’album).

PATTY LOMUSCIO - STAR CROSSED LOVERS

 

Patty Lomuscio è una cantante pugliese, precisamente di Andria, è anche una violoncellista laureata al conservatorio di Bari ed attualmente in forza a quello di Matera in qualità di docente di canto Jazz. Incredibilmente, grazie al suo enorme talento, molto recentemente pubblica questo lavoro con artisti del calibro di Kenny Barron al piano, Peter Washington al contrabbasso, Vincent Herring all’alto sax e Joe Farnsworth alla batteria.

Oltre questo, il cd viene inciso nei leggendari Van Gelder Studios del New Jersey. Non credo che un'artista, una cantante jazz pressochè sconosciuta al grande pubblico, possa desiderare di più, Kenny Barron (78 anni) è forse l'ultimo dei grandi maestri del piano jazz ed a rendere ancor più unica l'incredibile esperienza della Lomuscio è il fatto che il grande Kenny non aveva mai collaborato con una cantante.

Disco meraviglioso per i contenuti artistici, per gli arrangiamenti, per l'incisione e soprattutto per la voce celestiale della Lomuscio che posso serenamente inserire, a pieno titolo, tra le migliori voci femminili attualmente presenti nel panorama delle Jazz singers italiane.

Una vera rivelazione, lunga vita a questa artista di cui spero presto di sentir parlare più spesso magari con nuove collaborazioni e progetti.

Il brano Star Crossed Lovers scritto a due mani con Kenny Barron, apre l'album è dà subito l'idea di quello che verrà dopo. Altamente consigliato!

FABIO CONCATO - VOILA' (LIVE)

 

Sono nato all'inizio degli anni 60 per cui ho avuto modo di ascoltare un po tutta la musica, sia italiana che straniera, nel susseguirsi dei decenni d'oro dal 60 appunto al 2000. Nel panorama italiano, a parte i mostri sacri come Mina, Battisti, Baglioni, Cocciante, Pino Daniele, etc. voglio annoverare questo sensibile cantautore milanese che, a cavallo tra gli '80 ed i '90, ci ha regalato delle vere e proprie poesie musicate in modo magistrale. Di recente (marzo 2023) sono stato ad un suo concerto all'Auditorium Parco della Musica qui a Roma e se già avevo stima e rispetto di questo artista, la mia considerazione è cresciuta a dismisura avendo incontrato, in quell'occasione, oltre all'artista anche l'uomo, ormai un nonno, in tutti i sensi, ma con uno spirito ed un sense of humor davvero inaspettati. Una serata piacevolissima di musica e risate in cui ha portato sul palco tutto il suo repertorio più famoso, accompagnato da musicisti di eccezione, primo fra tutti, Flavio Premoli della PFM, che lo ha accompagnato alla fisarmonica in un paio di brani. 

Ma vengo a questo lavoro in oggetto, Voilà, tutto dal vivo, del 2003, pubblicato dalla Mercury, inciso "da paura" (così diciamo noi romani quando ci piace particolarmente una cosa) anche qui con nomi del calibro di Lucio Dalla con cui canta "051/222525" (da brividi), Anna Oxa con cui duetta nel brano delicatissimo "In trattoria", Samuele Bersani nella bellissima "Gigi" ed una cover di Chico Buarque De Hollanda dal titolo "Tutto il sentimento" (Todo o sentimento).

Il brano Voilà è un inedito che da il titolo a tutto l'album che io ritengo sia un vero capolavoro.

Un disco da avere per molteplici ragioni, rappresenta la colonna sonora della vita di molti do noi, è inciso benissimo, con una dinamica spaventosa, non c'è un brano che non piaccia, parlo di assoluto, non di relativo ed oltretutto e un cd rarissimo da trovare, ma se lo trovate ad un costo ragionevole, PRENDETELO! Mi ringrazierete.

In ogni caso è presente su tutte le piattaforme di streaming.

MALIA E BORIS BLANK - CONVERGENCE

 

Malia è una cantante jazz/soul inglese di origini africane la cui meravigliosa voce incontra in questo lavoro, Boris Blank, eclettico tastierista e compositore del gruppo helvetico Yello.

Sonorità rarefatte e ritmate, molto cool, musica elettronica di altissimo livello, incisione top per un disco che si fa ascoltare tutto d'un fiato. Potrebbe essere utilizzato come sottofondo per una cena intima o tra amici, ma l'opera richiede comunque un ascolto più intimo in quanto oltre ad essere inciso magistralmente è un disco che emoziona grazie all'interpretazione di Malia la cui timbrica ben sposa e ben si amalgama alle sonorità di Boris Blank che qui, forse anche più che nel gruppo Yello, si esprime al suo meglio. Bellissima la cover del brano "Fever", ma al di sopra segnalo "Celestial echo", "Claire Cadillac" e la ritmatissima "I feel it like you" ma anche la romantica "Magnetic lies". Insomma avrete capito che questa artista mi piace molto, nella mia continua ricerca di voci femminili, Malia si sta guadagnando un posto iridato.

Altamente consigliata, specialmente in versione vinile. Presente su tutte le piattaforme di streaming.

GIULIA FALCONE - UNDERWATER (single)

 

Girovagando tra Instagram e TikTok, casualmente mi sono imbattuto in questa "Voce". Come avrete capito leggendo queste mie recensioni, sono un fan delle voci femminili e sono rimasto davvero impressionato da quella di Giulia che oltretutto è una bellissima ragazza, con una presenza scenica che, unita alla sua voce angelica, sono certo la aiuterà nel suo percorso di crescita artistica. Incuriosito non poco, ho approfondito un pò la conoscenza con questa giovane artista a cui auguro un successo immenso, ascoltando tutto quello che è disponibile sul web e le piattaforme di streaming (compresa Tidal). Giulia è una talentuosa artista "italiana" di 17 anni! che coltiva la sua passione per il canto dalla tenera età di 11 anni.

Qualche anno più tardi inizia anche lo studio del pianoforte, il suo strumento preferito, partecipa a concorsi nazionali e internazionali, vincendo due borse di studio in Russia ed in Regno Unito.

Giulia manifesta una straordinaria attitudine per le lingue straniere, in particolare il francese, su YouTube, dove è molto conosciuta, trovate molte cover da lei interpretate nella musicale lingua d'oltralpe, caratteristica che la porterà a partecipare, nel 2023, alla dodicesima edizione del talent "The Voice France".

Accompagnata da un team di grandi professionisti, sta costruendo il suo repertorio di inediti per affermare con originalità la sua identità artistica ed a questo proposito ho scelto "Underwater", il brano che vedete in copertina, bellissimo, struggente, fa venire i brividi, arriva in profondità, ascoltatelo, rimarrete senza parole.

Il 4 Agosto 2023 è uscito il suo nuovo singolo “Spazio Nel Cuore”.

Grande Giulia, sono certo che arriverà molto, ma molto lontano.

SIMONE KOPMAJER - MY FAVOURITE SONGS

 

Nella mia continua ed infaticabile ricerca di voci femminili, mi sono imbattuto casualmente nei consigli di Tidal sulla base dei miei gusti, in questa giovane cantante austriaca che di giovane ha solo l'età anagrafica perchè il suo talento ha origini molto più antiche e profonde. Ha una discografia di tutto rispetto, 20 album dal 2003 ad oggi, in cui primeggiano cover di ogni genere, si passa dai classici del rock, è il caso di una meravigliose versione di "Starway to haven" dei Led Zeppelin, veramente da brividi, ai migliori standard della musica jazz come "Mood indigo" del grande Duke Ellington.

Muovendosi tra questi generi, ovviamente sempre arrangiati in chiave Jazz classico, la bella Simone non perde mai un colpo, non saprei dire se mi piace più in versione Adele con la sua versione di "Rolling in the deep" o in setup Nina Simone quando intona i suoi brani più conosciuti.

Una voce potente, profonda ma sempre dolce ed orecchiabile, mai affaticante, i suoi lavori sono ben incisi e non si sbaglia anche a prendere uno a caso. Recentemente ho trovato su ebay Japan un suo lavoro raro da trovare dal titolo, manco a dirlo, "Let's fall in love". Il disco in foto invece è il suo ultimo album il cui titolo dice già tutto, inciso magistralmente è reperibile anche sulle varie piattaforma di streaming.

Ascoltatela vi rapirà come ha fatto con me.

LARA FABIAN - LARA FABIAN

 

Mezza italiana, mezza belga ma naturalizzata francese questa cantante poco nota al pubblico italiano ha venduto nel mondo qualcosa come 12 milioni di dischi.

La sua meravigliosa voce da soprano lirico e la facilità con cui riesce a cantare in tutte le lingue, oltre alla sua estensione vocale, la rende unica. Classe 1970 ha al suo attivo 15 album incisi in studio ed altri 4 registrati dal vivo. Personalmente l'ho conosciuta grazie al suo cavallo di battaglia, "Adagio" cantato da una nostra altrettanto brava artista, Arianne Talè, c'è un bel video su Youtube da non perdere. Ma poi approfondendo la ricerca sulla canzone ho visto che il brano è di Lara Fabian, suo in tutti i senesi, lo ha scritto e cantato in tutte le lingue, compreso l'italiano. Tratto dal suo quarto album del 1999, che porta il suo nome, grazie a Tidal l'ho ascoltato in inglese ed in francese ma devo dire che la versione più emozionante, è quella in italiano. L'album è bellissimo ma vale l'acquisto solo per il brano "Adagio", una ballata struggente, una delle più belle canzoni d'amore che abbia mai ascoltato, in un crescendo in cui la voce della Fabian, a tratti, ricorda la migliore Streisand di A woman il love ma arriva oltre, al centro del brano c'è un cambio di nota in cui l'estensione vocale sia in termini di ottava che di tempo in cui viene tenuta fa veramente venire i brividi, oltre che per il bel testo e la bellissima musica.

Veramente una bella scoperta, per chi come me, ama le voci femminili, questa è veramente definibile "La Voce" per eccellenza. Imperdibile.

TRIO IN TOKYO - PETRUCCIANI/GADD/JACKSON

 

Potrebbe finire qui con il titolo questa recensione. Vabbè, dai, qualcosa la aggiungo, sono tre musicisti immensi, uno più dell'altro da qualunque lato si parta a descriverli. Michel Petrucciani, chi non conosce la storia di questo ometto sfortunato a cui la natura ha tolto molto da una parte, ma ha dato dall'altra un talento ed una classe indefinibili. Per me Michel Petrucciani insieme a Bill Evans sono "Il Pianoforte" nelle sue più recondite sfumature. Ma vogliamo parlare di Steve Gadd, uno dei batteristi che più hanno influenzato il panorama della musica jazz (e non solo) del secolo scorso e di questo che stiamo vivendo. Infine, last but non least, come direbbero gli inglesi, Antony Jackson, definito Il Signore dello strumento. Che altro aggiungere, un disco al top, come qualità artistica, inciso magistralmente dal vivo. Un'opera che non può ed aggiungo, non deve, mancare nella discoteca di ogni audiofilo, a prescindere da suo genere prediletto. Si ascolta che è una delizia, scivola via e viene voglia di risentirlo subito. Non menziono alcun brano perchè è impossibile sceglierne uno, segnalo solo la presenza di una versione di "So what" di Miles Davis dove la tromba del re dell'hip hop viene sostituita dalle note magiche del pianoforte di Petrucciani. Non dico altro. Un disco non facilissimo da trovare, registrato dal vivo al Blue Note di Tokyo nel mese di novembre del 1997 e poi pubblicato nel 1999 dalla casa discografica Dreyfus Jazz, purtroppo pochi mesi dopo la prematura scomparsa del grande pianista francese, che ci lascia questo testamento musicale immortale.

Assolutamente da avere, a must to have!

LET'S FALL IN LOVE - Limited Edition - SIMONE KOPMAJER

 

Recensisco di nuovo questa artista austriaca nota con il sono nome di Simone in quanto la sua voce, ma soprattutto il suo modo raffinato di re-intepretare grandi classici del passato della musica jazz. mi hanno davvero rapito e quando ho trovato questa edizione limitata, stampa Japan della casa discografica Venus Records l'ho subito preso ed ho fatto bene. Altro disco da mettere con il "repeat" all'infinito, oltre che per la qualità artistica e la familiarità con tutti i brani, qui l'incisione è ai massimi livelli, un disco raffinato, ben inciso, abbastanza raro da trovare se non a cifre un po più alte di quelle di un normale cd ma ne vale la pena.

Qui di seguito le tracce di questo album di cover immortali dove la bella Simone si muove con piena padronanza del "primo strumento" (first instrument), la voce:

1 Tennessee Waltz 4:05 - 2 One Day I'll Fly Away 5:39 - 3 Let's Fall In Love 5:17 - 4 Ghost In This House 4:03 - 5 Everybody's Talkin' 4:17 - 6 I'm Glad There Is You 5:19 - 7 They Say It's Wonderful 3:26 - 8 Corcovado 4:35 - 9 Moon Glow 5:24 - 10 The Good Life 5:17.

E' bellissimo vedere che anche le nuove generazioni di Jazz Singers, la simone è classe 1981, proseguono quel filone mai interrotto del vocal jazz, in particolare del female vocal jazz, tanto caro a noi audiofili, perchè alla fine non c'è strumento migliore della voce per esprimere le emozioni e trasferirle all'ascoltatore. Disco da avere assolutamente.

TRIPLICATED - APPEARANCE

 

Si tratta di un disco praticamente introvabile, potrei quasi dire inesistente tanto è difficile reperire solo informazioni su questo gruppo dal nome Triplicated il cui leader, almeno da quel poco che sono riuscito a capire si chiama Rick Van Bracken e dal suo nome deduco si tratti di un trio jazz di origine olandese o belga, in ogni caso dei paesi bassi. Tempo fa su Facebook, all'interno di un gruppo di audiofili, qualcuno recensì questo disco in maniera entusiastica e da allora non ho avuto pace finchè non sono riuscito a trovarlo. Come ho detto non è stato affatto facile, cercato su tutti i siti possibili di vendita online di cd e vinili, alla fine, non trovando nemmeno le informazioni basilari, ho messo delle ricerche indicizzate qua e la nella speranza di trovarlo prima o poi. Finalmente, a novembre 2023 mi arriva una notifica da eBay Germany che è disponibile presso un grosso venditore e senza pensarci due volte lo acquisto senza nemmeno leggere lo stato. Per fortuna è arrivato è in eccellente stato e l'ho subito dato in pasto al mio impianto. Le prime due tracce, in particolare la prima deludono, ma poi dalla terza in poi, ho compreso appieno il valore intrinseco di questo album di perfetti sconosciuti, tanto ben recensito da avermi così incuriosito. Inciso magistralmente si avvicina un pò all'acid jazz o al jazz sperimentale, ma scuramente di impatto e molto originale. Credo sia il disco più raro che ho nella mia nutrita discoteca. Se trovo altre info allungherò questa recensione.

TOPEJI - KAMAEL

 

Ennesima lusinga per me ed il mio modesto sito, mi contatta via email questo straordinario musicista dal nome Roberto Topa, in arte Topeji chiedendomi di pubblicare qualcosa su questo suo primo lavoro del titolo Kamahel.

Roberto, classe 1987, nasce in Calabria, una terra meravigliosa che ha dato i natali a tanti personaggi illustri ma sicuramente a pochi musicisti e questo rende ancor di più speciale quello che sto per raccontare. Un ragazzo giovane, oggi trapiantato in una Torino all'avanguardia, musicalmente parlando, con una cultura ed una sensibilità musicale incredibili, ho avuto il privilegio, in anteprima, di ascoltare tutto il suo album e devo dire che è stato come fare un viaggio attraverso il tempo e lo spazio, sospeso nelle sonorità di una musica del passato che non passerà mai, "Rock will nerve die".

L'autore stesso descrive così questo "percorso" acustico: "ambientato in un mondo fantasy, le vicende dell’album narrano di questo essere dalle sembianze divine che tra peripezie e innumerevoli sconfitte riesce a ritrovare sé stesso tramite la sofferenza e al coraggio di voler cambiare il proprio destino rimettendo in gioco anche la più certa delle sue convinzioni". 

Sonorità degne dei migliori Emerson Lake and Palmer ma che si avvicinano anche a quelle dei King Crimson, quel progressive rock che, anche grazie ai Pink Floyd, ha caratterizzato la scena musicale dalla fine degli anni '60 per tutti i '70 ed ha contaminato e condizionato tutta la musica che è seguita. Lascia davvero basiti pensare che un ragazzo così giovane possa aver realizzato un lavoro di questo calibro, non per le sue capacità, ma per appartenenza ad una generazione che non sa nemmeno cosa sia il Rock progressivo.

Due brani mi hanno particolarmente impressionato e fatto tornare indietro agli albori delle mie prime passioni musicali, "Reborn" che accosto anche alla musica del Perigeo di Giovanni Tommaso e "Acoustic land".

Complimenti a Roberto, gran bel lavoro, merita assolutamente di essere ascoltato e spero riscuota il successo che merita perchè si sente veramente l'impegno che hai profuso nella sua realizzazione. 

Sul suo sito web troverete indicazioni per acquistare l'album in uscita al 28 maggio 2024, oggi mentre scrivo è il 25: www.topeji.it 

Buona fortuna Roberto, continua così, alla grande!

LARA FABIAN - PURE

 

Classe 1970, belga di padre e madre siciliana, Lara Fabian mostra il suo talento già in tenera età, a 8 anni già studia al conservatorio di Bruxelles e la sua carriera inizia da giovanissima, partecipando a molte competizioni canore in ambito europeo, vincendo molti premi. Ha al suo attivo moltissimi lavori, una discografia immensa, che vede anche tante collaborazioni importanti con artisti di ogni calibro e paese, da Celine Dion a Richard Marx dalla nostra Laura Pausini fin'anche a Gigi D'Alessio, con cui canta la bellissima "Un cuore malato", un duetto di primo ordine con un nostro artista poco considerato, seppur eccellente musicista e compositore.

Come detto la sua discografia ad oggi consta di una ventina di album tra live e studio in un periodo compreso dal 1991 al 2019, oltre alla sua presenza in una miriade di compilation di "female voices". Con una certa difficoltà ho scelto questo album, "Pure", del 1996, prevalentemente per un brano su tutti, "Je t'aime", una struggente canzone d'amore cantata con un pathos ed una sensualità, oltre ad una voce angelica, da far venire i brividi, a tratti ricorda la grandissima Caline Dion.

Se non la conoscete, andate a sentire, sulle varie piattaforme di streaming, qualcosa di questa cantante che, sono certo, vi incanterà.

ALESSANDRO PAGANI - DUE ACCA HHO

 

Come per altri artisti emergenti, grazie a questo modesto sito, mi capita di essere contattato per scrivere qualcosa sui loro lavori. Come già detto la cosa mi lusinga molto e mi piacerebbe che questo spazio web fosse più visibile di quanto non lo sia, mi auguro che possa comunque essere di aiuto a divulgare e far conoscere la loro arte. Alessandro Pagani, classe 1964, si presenta con questo progetto denominato PUAH, acronimo di "piccola unità anti hifi" ed il suo primo album dal titolo Acca due hho, è un chiaro riferimento all'acqua ed alle sue sfaccettature. Come lo definisce lo stesso autore, "Puah è un progetto cantautorale onirico e fuori dal tempo, lontano da tendenze effimere e dalla tecnologia". Con questo lavoro introspettivo, l'artista celebra il ricordo personale delle conoscenze vissute nel passato, mantenendo uno sguardo attento sul futuro. Il progetto, come facilmente intuibile, rifugge dalla tecnologia a favore del recupero di un certo minimalismo, inventando un genere che lui stesso meglio descrive come pop elettro/ironico a tinte barocche, caratterizzato dall’errore umano che, proprio per questa fallibilità, rende le composizioni più genuine.

Il titolo dell’album che, come detto, si richiama all’acqua, la eleva a simbolo di purificazione intellettiva ed è una vera presenza acustica nel disco.

Ho ascoltato il suo interessante lavoro, sia in cuffia che tramite il mio impianto, inciso molto bene, non arriva immediatamente, come tutte le cose nuove, complesse e ben realizzate ci vuole del tempo per entrare in sintonia con quello che l'artista vuole trasmettere e devo dire che poi arriva. Atmosfere a tratti rarefatte di musica elettronica piacevole, fluida, mai stancante, mi è piaciuto molto il brano di apertura, tutto strumentale dal titolo "tra le tue corde", ritornelli che rimangono subito in testa, insomma un lavoro interessante quanto innovativo. Complimenti ad Alessandro per l'impegno profuso in questo progetto davvero nuovo di cui, qui di seguito, indico i vari link di accesso per approfondirne la conoscenza:

STREAMING: https://on.soundcloud.com/HLXr4
MP3 DOWNLOAD:  https://shorturl.at/hijMY
YOUTUBE: https://www.youtube.com/@puah_ALE
EPK: https://t.ly/NagoH

LUCY THOMAS - TIMELESS

 

Quando si dice voce d'angelo, ecco, non saprei come altro descrivere la voce ed anche il viso di questa poco più che vent'enne inglese Lucy Thomas. Lei, come tutti gli artisti del suo suo rango viene fuori dai vari talent show locali tipo X-Factor, che vinse a mani basse. La bella Lucy ha una voce molto particolare, è davvero difficile ascoltandola che si possa pensare ad una ragazza di venti anni in quanto ha un timbro ed una padronanza proprie delle veterane del suo genere, ma non basta, il suo repertorio si basa prevalentemente su cover di classici e standard della musica jazz, cavalli di battaglia delle jazz singers del passato e del presente. Questo suo lavoro del 2012 dal titolo, appunto, Timeless, senza tempo, ripercorre le più belle canzoni di sempre, aggiungendo qualcosa sia nell'interpretazione che nell'arrangiamento. Particolare la sua versione di "Over the rainbow" ma segnalo sopra alle altre una strepitosa  "In The Arms Of An Angel" in duetto con la sorellina Martha. Trovata per caso ascoltando una versione da brividi del bellissimo brano "Halelujah", grazie a shazam ti scovo questa Lucy Thomas e mi sono preso tutto il disco. Poi mi sono ascoltato tutta la sua produzione su Tidal dove è presente. Altamente consigliata per chi, come a me, piacciono le voci femminili.

AZIZA MUSTAFA ZADEH -  JAZZIZA

 

Aziza Mustafa Zadeh è una musicista azera nata nel 1969 a Baku, capitale e centro del commercio dell'Azerbaigian, luogo da cui, almeno io nella mia completa ignoranza, non avrei mai immaginato potesse fiorire un talento simile e soprattutto in un genere non proprio diffuso se non addirittura vietato in una delle ex repubbliche sovietiche come è appunto l'Azerbaijan. Ma veniamo alla bella Aziza, fascino misto tra il mediorientale ed il profondo est europeo, una voce particolare ma soprattutto un tocco di pianoforte molto individuale, unico, non assimilabile ad altri.

La sua musica, pur riprendendo anche gli standard classici della musica Jazz, almeno in questo suo quinto album da studio, come il brano "My funny Valentine", ha un non so che di diverso, di esotico, di moderno e d'avanguardia al tempo stesso. Assolutamente da ascoltare per capire, ritmi sincopati, improvvisi "stop and go" lasciano inizialmente perplessi per poi apprezzare sia le doti vocali, come detto, quanto il modo di suonare il piano e di arrangiare i brani. Aziza è anche compositrice ma in questo album che recensisco ci sono solo i brani più conosciuti ed inflazionati della musica Jazz di tutti i tempi, ma non per questo diventa noioso o sentito e risentito, qui c'è un modo nuovo di fare musica per reinterpretare dei pezzi che sono parte della storia della musica in generale. Altamente consigliato questo lavoro, tra l'altro inciso benissimo nel formato CD. Qui di seguito la track list:

Lover Man - Sunny Rain - My Funny Valentine - Scrapple from the Apple - Character - Nature Boy - You've Changed - Butterflies - Black Orpheus - How Insensitive - Take Five - I Can't Sleep.

PAUL HARDCASTLE - DESIREE

 

Paul Hardcastle, polistrumentista e compositore britannico nasce a Londra nel 1957. E' conosciuto principalmente per il brano 19 (Nineteen) del 1985 nel quale, anche a distanza di molti anni, denunciava gli effetti della guerra del Vietnam sui giovani soldati americani. Il ritornello diceva "....nella Seconda Guerra Mondiale l'età media dei soldati combattenti era 26, in Vietnam era 19....".

Ma veniamo a questo suo lavoro che segnalo su tutti gli altri, uscito nel 2010, giusto in tempo per la commemorazione della festa di San Valentino di quell'anno, come si evince dalla copertina, è una raccolta di brani a prevalente connotazione soft. Considerato da tempo il portatore di lati sexy e sensuali della musica, Hardcastle in questo album, riunisce molti dei suoi paesaggi sonori più intimi e sensuali degli ultimi 20 anni, accompagnati da tre brani inediti nuovi di zecca. Prende il nome da uno dei suoi successi più popolari, DESIRE, e sembra il titolo appropriato per un insieme di canzoni piene di sentimento ed emozione che sicuramente forniranno la colonna sonora perfetta per ogni vacanza o occasione che parli di sentimenti per una persona cara. Qui le distanze dal citato "19" sono abissali, un brano su tutti mi sento di mettere in evidenza, "Lost summer", delizioso, vorresti che non finisse mai, musica non commerciale, anzi, sofisticate e complessa, eppure facile da ascoltare ed apprezzare. Un disco da avere, da mettere come sottofondo ma anche da ascoltare attentamente ed usare come test per i nostri amati impianti in quanto inciso magistralmente.

SIMONE - ROMANCE

 

E' la mia terza recensione di questa artista, Simone Kopmajer, jazz singer proveniente dalla regione della  Styria (Austria) in questo bel disco insieme al Romantic Jazz Trio in questa configurazione:

SIMONE vocals, JOHN DI MARTINO piano, GEORGE MRAZ bass e TIM HORNER, drums, special guest il grande sassofonista ERIC ALEXANDER, al tenor sax. 

Disco inciso a New York, in April 13 & 14, 2004 è un vero capolavoro, ancora prima che artistico, di incisione, ai massimi livelli, in più, la mia copia è stampata in Giappone, la casa discografica è la celeberrima Venus Records e tutto ciò concorre alla meravigliosa confezione di questo album che diventa a pieno titolo il mio ultimo disco test. Non ho altro da aggiungere se non la lista dei brani, un disco raro da reperire se non a costi proibitivi in quanto, anche sulla piattaforma di e-commerce Amazon, viene spedito dal Giappone. Assolutamente da avere dr piace il genere. 

TRACKS LIST:

01. How Do You Keep The Music Playing?

02. A Blossom Fell

03. We Kiss In A Shadow

04. Calling You

05. Whatever Happens

06. Exactly Like You

07. Someone To Light Up My Life

08. A Time For Love

09. Where Or When

10. Just Squeeze Me ( But Please Don't Tease Me)

11. Whatever Happens

BANDH - TORINO 

 

Sempre più frequentemente mi scrivono musicisti o gruppi musicali per chiedermi una recensione su questo modestissimo sito.

Io sono davvero lusingato della cosa anche se ogni volta rimango basito dal fatto che possa tornare utile a loro, vista la mia scarsa visibilità ed autorevolezza nel campo, ma va bene così, sono contento di poter dare una mano laddove posso. 

E' questo il caso di un gruppo di musicisti non più giovanissimi di Torino, non più giovani solo all'anagrafe in quanto la loro musica è attuale, contemporanea anche se, a mio avviso, attinge a mostri sacri del nostro passato rock progressivo come la PFM, il Banco, gli Area,etc.

Ho ascoltato qualcosa su Spotify dove sono presenti ma ancor più su Youtube dove li ho potuti anche vedere esibirsi sia in sala di registrazione che altrove. La loro musica è un compendio di canzoni originali con testi importanti sia nei contenuti che nei messaggi che si orientano verso quella branca della musica alternativa e di protesta. La band si compone di sei elementi in configurazione: tastiere, chitarra solista, chitarra ritmica, basso, batteria e percussioni. Una tale compagine di strumenti e strumentisti mette in scena una musica ricca, travolgente, come la descrive il leader della band, Rocco Colicchio, "capace di ricostruzione di paesaggi sonori dinamici".

Ecco, questa ultima definizione meglio riesce a far comprendere il genere musicale trattato, poco diffuso, affatto commerciale, ma proprio per questo, un vero laboratorio sperimentale di suoni e di emozioni nuove, per un pubblico non certo facile, dai gusti decisi.

Qui di seguito i link per fare la conoscenza con questa realtà musicale:

 https://youtu.be/upObeWMms-s?si=7A_ddlKKo0UOQCzC

 https://www.facebook.com/MusicBandh/about

 https://open.spotify.com/track/2fiGRihdcfAj5hBwSBrQc2?si=1ded5766b447466f 

FRANCESCA TANDOI TRIO - FOR ELVIRA

 

Nella mia continua ricerca di talenti, prevalentemente femminili, mi sono imbattuto in questa talentuosa quanto affascinante artista romana di nascita ma ormai naturalizzata olandese che ha fatto del pianoforte la sua vita. Già all'età di otto anni studiava pianoforte con eccellenti risultati ed amava Oscr Peeterson e tutti i pianisti jazz/swing della sua epoca. Trasferita in Olanda si laurea al conservatorio con eccellenti voti ed inizia subito la sua carriera nel mondo del jazz, partecipando ad ogni genere di manifestazione o concerto. La sua bravura non si ferma alla tastiera ma anche la sua voce è notevole tanto che Monty Alexander la definisce così: "Francesca Tandoi is a supremely tastefully swinging pianist – she can play! Her vocals are esquisite, her unique accent add to the charm of the interpretations. I believe she’ll be making beautifull sounds for a long time …"

Detto ciò potete immaginare che ho già tutta la sua discografia che si riduce a quattro album, uno più bello dell'altro, se piace il genere.

Potrei accostarla a Diana Krall, anche se il tocco di pianoforte della Tandoi spinge più verso lo swing puro, classico, più che al jazz contemporaneo.

In questo lavoro che segnalo, il suo primo del 2014, la bella Francesca è supportata da due musicisti olandesi di eccezione, il batterista/vibrafonista olandese Frits Landesbergen e il contrabbassista Frans Van Geest.

Le sue performance sono state definite “un’esplosione di swing” e il suo pianismo, energetico ed elegante, allo stesso tempo è assolutamente da ascoltare ed avere tra i cd del genere.

Suo quarto ed ultimo lavoro è l'album  Bop Web, un disco composto quasi interamente da brani originali oltre a due grandi classic che la pianista ha scelto di riarrangiare e reinterpretare, “Overjoyed” di Steve Wonder e “Agua de beber” di Antonio Carlos Tom Jobim, donando alle due composizioni una veste più moderna e ricercata, accompagnata da Matheus Nicolaiewsky al basso e Sander Smeets alla batteria.

Artista da seguire assolutamente e, per chi ama il pianoforte, tiene lezioni di improvvisazione jazz su youtube.