ARISTON AUDIO RD 40 (FORTE' RD40)
Giradischi inglese prodotto dalla fine degli anni 80, all'epoca costava poco piu' di un milione e mezzo delle vecchie lire, che non era poco, ma certamente non costava come un Oracle o un Michell.
Di contro e' comunque un bell'oggetto, costruito bene con eccellenti materiali, primo fra tutti l'alluminio in tutte le sue forme, lucido, spazzolato, verniciato, anodizzato etc.
E' un giradischi con trazione a cinghia, il piatto e' mosso da un motore asincrono a 9 volts gestito da una scatola dove sono presenti i trimmer per le eventuali regolazioni con lampada stroboscopica ed alimentato da un trasformatore esterno.
Il tutto appoggia su tre punti di sospensione flottante con molle ed idraulica regolabili semplicemente girando la testa dell'"ammortizzatore".
Con una livella il piano si trova abbastanza facilmente.
oltre i tre punti di appoggio c'e' il blocco per il braccio. in origine questo piatto usciva con l'enigma della Jelco, ma ci si puo' mettere di tutto, io ho un rega RB300, un mio amico ci ha montato uno SME 3009 s2, e' abbastanza versatile e ricorda un Micro Seiki, con tutte le dovute distanze.
Non staro' a scrivere come suona, anche perche' non so come possa suonare un giradischi rispetto ad un altro, dipende da troppi fattori il suono, troppe le variabili in gioco, primi fra tutti la testina, il braccio, tutte le regolazioni, il piano d'appoggio ed infine il cavo ed il pre phono, non ultimo l'lp che ascoltiamo.
Vi descrivo unicamente come e' fatto e vi metto le foto per comprenderlo ancora meglio.
L'ho fatto a pezzi per meglio far vedere la costruzione.
Sul mercato dell'usato oggi si puo' trovare dai 500 ai 700 euro a seconda della dotazione di braccio e testina.
Non credo ci sia nulla di acquistabile a questa cifra che possa offrire questa qualita' e questo aspetto, perchè diciamocelo, dal giradischi, un po di estetica ce l'aspettiamo, e' la "punta di diamante" dell'impianto!!!!
Il piccolo motore, anche lui sospeso su tre punti e ammortizzato da molle.
Il mio l'ho "abarthizzato" con punte e sottopunte della YBA.
Alla base dei tre ammortizzatori, di origine, ci sono dei semplici e brutti gommini, li ho tolti e ci ho incollato, con una colla speciale per l'alluminio, le tre punte nere in grafite che una volta saldate sono andate sulle relative sotto-punte in acciaio.
Devo dire che il risultato e' straordinario sia da un punto di vista puramente estetico, ora il tutto e' piu' altro e imponente, che da quello dell'isolamento meccanico che sicuramente e' aumentato.
particolare della sospensione e della modifica punta/sottopunta