ADRIAN & SON "GIRADISCHI COMPLETAMENTE AUTOCOSTRUITO"
Pubblico con molto piacere le foto fornitemi dall'amico Marco del quale ho già pubblicato la interessante recensione del braccio da lui costruito sulla base del progetto The Well Tempered arm (si apre cliccando sul testo).
Qui la nostra passione passa il segno, qui Marco supera se stesso realizzando completamente anche un giradischi, cosa alquanto complessa, in collaborazione con suo padre a cui lo dedica.
Dall'aspetto semplice quanto classico il giradischi in foto di fatto è un trazione a cinghia con motore esterno, separato dalla struttura in cui alberga il piatto ed il braccio, soluzione perfetta per annullare completamente le vibrazioni indotte dalla trazione garantendo una rumorosità ridotta rispetto a soluzioni direct drive o con motori posizionati sul plinto.
Ma cedo la parola, anzi, la penna, all'amico Marco che nell'email che mi ha scritto, racconta la genesi di questi oggetti incredibili:
Caro Carlo,
eccomi a descriverti, con una breve premessa storica, il mio primo giradischi costruito insieme a mio padre Adriano.
Erano gli inizi degli anni novanta e lui era appena andato in pensione, io ormai intossicato dalle varie riviste del settore (Suono, Stereoplay, Audio review, Costruire hifi ecc.) una sera a cena gli dissi, "papà voglio costruirmi un giradischi ", lui, senza avere neanche un'ombra di idea di come fosse fatto un giradischi e senza vedere il mio progetto rispose semplicemente "facciamolo". Il mio progetto era di un giradischi dual body (definizione personale), un corpo con piatto e braccio e un motore esterno collegato da una cinghia che gira perimetralmente sul piatto.
Il progetto partì subito col realizzare il piatto, il perno e la sua relativa sede.
Per il piatto e stato usato un blocco unico in alluminio avio, ( esente da bolle di fusione ne crepe perché passato precedentemente ai raggi x) abbiamo cmq effettuato un controllo di bilanciamento e non è stato necessario metterci mano, così anche per la sede del perno realizzato in 2 pezzi, il tubo di alloggiamento con all'interno 2 bronzine in teflon e un tappo inferiore che ospitava il cuscinetto reggispinta (una piccola sfera di 3 mm di diametro) in una sede sempre in teflon finemente lavorato al tornio per ospitarlo.
Il perno invece è in acciaio, sempre di derivazione aeronautica.
Il plinto è stato realizzato in un unico pezzo ricavato da un asse di faggio fresco di segheria, poi forato per alloggiare il perno e il braccio.
Montato l'alloggiamento del perno, tali erano minime le tolleranze che io lo spingevo ma lui tornava su , ha impiegato un giorno e una notte per scendere fino alla piccola sfera.
Sistemato il piatto dal peso di 3,05 kg, bastava dargli una leggera spinta e prima che lui si fermasse avevi il tempo di metter su una moka e gustarti un caffè. Ora bisognava trovargli un motore che lo facesse girare.
Avevo un vecchio td115 ormai da rottamare, recuperai il motore e il braccio (tp16). Montato il tutto potevo finalmente sentirlo suonare.
Era appena nato ed emetteva i primi vagiti, ma non erano affatto fastidiosi, mi ripromisi cmq di aggiornarlo.
Il primo upgrade fu montando un braccio Grace g 500 da 9", non sto a raccontare la storia di questi meravigliosi bracci, ma se la Grace è tornata a rifarli un motivo c'è, personalmente sono allo stato dell'arte.
Provai diverse testine, Benz micro silver MC, Van den Hul MM2, Shure V15 mark III, Goldring 2200, il risultato migliore per le mie orecchie è stato con l' intramontabile Shure con puntina JICO.
I primi vagiti si erano trasformati in piacevoli note.
Dopo ore e ore di continuo ascolto, il motore non c'è la faceva più a smuovere il massiccio piatto, si lamentava come un felino ferito finché tirò le cuoia.
Trovai in rete un sincrono Microlab di un Garrard, rifeci il suo contenitore utilizzando una solida base e lo inserii in una sobria scatolina in legno Ultima chicca, ma solo forse per soddisfare il mio ego, ho fatto placcare in oro il piatto, grazie alla collaborazione del mio amico Raffaele (lui si che è un vero artista del DIY).
Ad oggi ascolto questo giradischi con grande soddisfazione e nostalgia ma senza non provare un grande rimpianto, quello di non essere riuscito a finirlo in tempo affinché mio padre potesse vederlo e sentirlo.
Dedicato a mio papà Adriano.
Dati tecnici:
Trazione a cinghia;
Plinto in faggio 48,5 cm larghezza. X 38 cm profondità x 3,5 cm di spessore;
Piatto in alluminio avio, peso 3,05 kg, diametro 30 cm x 2,5 cm di altezza;
Braccio Grace G500,
Motore sincrono Syncrolab Garrard.
Peso totale 10 kg + o -
Grazie Carlo per lo spazio che mi concedi sul tuo bel sito.
Per info: Marco Ghetti +39.360.1073160