MARTIN LOGAN QUEST Z
GENNAIO 2022
L'arrivo nel mio sistema dell'amplificatore finale Krell FPB300cx ha fatto suonare le mie JAMO R909 come non le avevo mai sentite prima.
L'enorme corrente e potenza erogata dal mostro americano (600 watt p.c. su 4 ohm!) hanno però messo in evidenza il limite del posizionamento dei miei diffusori, al quale sono obbligato per ragioni estetiche, di spazio e logistiche.
Questa maggior esuberanza ha generato, nella parte posteriore del dipolo, delle onde stazionarie di frequenze basse, prodotte dai 4 generosi woofers da 38 cm, che non sono riuscito a controllare in nessun modo.
Le Jamo, come da manuale, andrebbero posizionate almeno ad un metro e venti dalla parete di fondo ed io purtroppo le devo tenere a 40 cm.
Fin'ora, a basso e medio volume, questo limite era sopportabile e riguardava solo alcuni programmi musicali, alzando il volume purtroppo si innesca un fastidioso rimbombo che nemmeno la parete trattata con i pannelli Vicoustics riesce a contenere.
Quindi eccomi a prendere la decisione più sofferta, eliminare le Jamo per tornare ad un vecchio amore, Martin Logan, più precisamente al modello Quest, nella versione Z del 1992, top di gamma di quegli anni meravigliosi dell'epopea dell'hifi.
Trovate su eBay, le ho acquistate consapevole che, con 30 anni suonati (è il caso diirlo) sulle spalle, qualche rischio lo avrei corso, ma sono felice di questa prova che piano piano mi porterà, prima o poi, verso l'amore della mia vita, le Magneplanar, mio primo, unico, grande amore (leggete qui).
Il negozio dove lo ho acquistate è PIEFFE ELETTRONICA di Gallarate (https://pieffeelettronica.com) uno dei pochi veri, grandi negozi di hifi rimasti, dove la competenza unita alla gentilezza del rapporto umano, quello di una volta, mi hanno dato supporto sia nella fase di acquisto che, nel mio caso, anche in quella del delicato ed oneroso trasporto dalla provincia di Milano fino a Roma (due colli enormi per 140 kg complessivi di peso).
Qui sopra le vedete appena sballate e posizionate ancora con i fianchetti in legno naturale che, nel mio ambiente, stonano non poco.
Da qui la decisione, già maturata prima di acquistarle, di verniciarli di nero, così, preso il coraggio, dopo la fatica sostenuta per portarle in casa (da solo!), le ho smontate ed ho iniziato le operazioni di verniciatura con bomboletta spray nero opaco e fissatore trasparente sempre in finitura opaca.
Come si vede qui sotto, il lavoro è venuto benissimo ed il risultato estetico, a mio avviso, è strepitoso.
Sono riuscito a non coprire la venatura del legno massello di cui sono fatti i due lunghi pannelli laterali e le trovo davvero belle tutte nere, se posso dire, anche più moderne, attuali.
Verniciata la prima, l'ho posizionata accanto all'altra proprio per verificare l'effetto cromatico ed il risultato finale in comparazione al colore precedente.
Come si vede dalla foto qui sopra, la differenza è davvero notevole, la nuova livrea nera le fa apparire ancora più imponenti, più moderne, soprattutto il pannello, già enorme, sembra ora ancor più grande
Di fatto sono diffusori enormi, 185 cm di altezza per 48 di larghezza e solo 33 di profondità massima, nella parte bassa dove c'è la cassa armonica chiusa per il woofer da 30 cm. un bell'altoparlante con sospensione in gomma a corsa lunga, ben accordato, nel taglio delle frequenze, al pannello superiore.
Quella sensazione di scollamento tra i due trasduttori, tanto criticata sui vari forum, forse più da chi non ha mai avuto una Martin Logan, qui non si sente affatto, il suono sembra provenire da un diffusore a gamma intera e non un ibrido elettrostatico/dinamico.
Come detto in apertura, questa caratteristica, di poca profondità e soprattutto di cassa chiusa in sospensione pneumatica, ben si adatta alla mia esigenza di tenerle posizionate non troppo lontane dalla parete di fondo ed il woofer, che suona solo davanti, senza accordi reflex posteriori, ha sanato immediatamente e definitivamente, il difetto che le Jamo R909, essendo un dipolo, stavano producendo.
Pensavo che non avrei mai cambiato le mie Jamo, le ritenevo il diffusore definitivo, ma purtroppo l'aver migliorato l'amplificazione, sia in termini di qualità che soprattutto in termini di quantità, ha messo in evidenza quel difetto di posizionamento al quale sono obbligato e per il quale potevo trovare soluzione solo cambiando i diffusori.
Mi dispiace perdere le Jamo che sono diventate introvabili, ma sono davvero contento del risultato ottenuto con le Martin Logan, marchio al quale sono affezionato da sempre, avendo avuto prima le Aerius i e poi le Odyssey.
Oltretutto questo cambio è costato poco in termini economici, le Quest, Quest Z o ReQuest che si voglia, si trovano a prezzi ragionevoli, sotto i 2000,00 Euro ma valgono molto di più di quanto le si paghino. I pannelli sono facilmente ricondizionabili anche qui in Italia (se vi servono indicazioni in tal senso, contattatemi).
Il tv che vedete tra i due diffusori, anche se non sembra, è un 75" per cui i diffusori sono distanti tra loro circa due metri e distano dal punto d'ascolto circa tre metri generando così un triangolo isoscele regolare che consente la ricostruzione di un'eccellente scena.
Contrariamente ai diffusori precedenti, con i quali se si usciva di qualche centimetro dal punto di fuoco si perdeva l'effetto stereofonico e la scena si spostava a desta o a sinistra a seconda di dove ci si posizionasse, ora con le ML Quest Z la scena immensa, ha si un suo punto focale ottimale, ma anche uscendo da quel punto, si continua a percepire la musica nella sua completezza, senza perdere l'effetto stereo e senza capire da dove origini, in due parole, la casa si riempie di musica ed è una cosa meravigliosa da qualunque punto ci si trovi ad ascoltarla.
La parte di pannello elettrostatico del diffusore ora dista dalla parete di fondo circa 60 cm. ed anche se non è ancora l'ottimale, come consigliato nel manuale, sembra non dare nessun problema, anche in virtù della parete ben trattata con i pannelli assorbenti (trappole acustiche) Vicoustics Super Bass Extreme.
Le Quest Z poggiano il loro considerevole peso (52 kg. circa) su tre punte, sotto le quali ho piazzato tre sotto-punte (passatemi il termine) in grafite ed acciaio per disaccoppiare al meglio il diffusore dall'ambiente.
Unico neo di questo diffusore sono i connettori per i cavi di potenza, troppo vicini, troppo piccoli e di scarsa qualità, ma si sa, negli anni 90 si badava poco a questi aspetti, pur essendo questo il top di gamma insieme alla CLS nel catalogo Martin Logan di quel periodo.
Penso che prima o poi metterò mano alla loro sostituzione, con dei più adeguati WBT di ultima generazione, al momento ho dovuto assicurare i miei pesanti cavi Monster Cable M2.4s, con delle fascette per evitare che le banane accidentalmente o per le vibrazioni prodotte, possano uscire dai binding post che purtroppo non riescono a trattenerle a dovere.
Ho anche rivestito i connettori con della guaina termo-restringente per annullare ogni rischio di contatto e cortocircuito, visto quanto sono vicini.
A questo proposito credo che questa linea di diffusori, prodotti da Martin Logan dal 1990 al 1998, a cui appartengono le Monolith III (1990) le piccole Aerius (Aerius e Aerius i), le Sequel (Sequel 1 e 2), le Quest (nelle versioni Quest (1991), Quest Z (1993) e ReQuest (1996) sia quella di impostazione ed indirizzo veramente hi-end mai prodotta dalla casa americana, le serie successive, Aeon, Ascent, Odyssey e Progidy già strizzavano l'occhio all'ambiente home cinema, tanto caro agli statunitensi, per non parlare delle serie attualmente prodotte che hanno subwoofer attivi, gestibili unicamente da preamplificatori HT o integrati multicanale con uscita sub dedicata (LFE).
Discorso a parte per le Statement e i due nuovi capolavori di casa ML, le Neolith e CLX che rappresentano, ad oggi, lo stato dell'arte in ambito diffusori elettrostatici e ibridi.
Le Martin Logan, con Audiostatic e Apogee, sono le più assimilabili come suono alle Magneplanar, dalle quali differiscono, oltre che per tipologia (elettrostatiche vs. isodinamiche), per la presenza di un altoparlante di tipo dinamico.
Ma la vera somiglianza che le accomuna la si ritrova nell'impatto scenico immenso e nella gentilezza di erogazione del segnale musicale, è un percorso di crescita, non ci si arriva subito a questi diffusori e molto anche dipende da i generi musicali preferiti, qui la classica la fa da regina, ma anche il Jazz, in tutte le sue forme, ma dove il risultato lascia senza parole è nella riproduzione delle voci, specialmente femminili, incantevoli, reali, credibili.
Anche con il pop ed il rock, più delle citate Magneplanar, le ML possono dire la loro grazie al woofer presente in tutti i modelli (CLS a parte) che compensa laddove il pannello non arriva.
Insomma un diffusore bello e ben suonante in grado di regalare emozioni e piacere d'ascolto a patto che la catena sia di pari qualità, perchè rendono tutto quello che gli viene dato in pasto.
Per ora sono felice e soddisfatto al 100%, oltretutto avendo speso una cifra con la quale oggi non si compra nemmeno il peggior bookshelf sul mercato.
Dopo una decina di giorni di ascolti intensi e svariate prove, posso definire questi diffusori davvero spettacolari.
Non nascondo che un pò di paura c'era, acquistare un diffusore di quasi 30 anni fa, qualche rischio lo avevo messo in conto, soprattutto per la parte pannello e per le elettroniche, ma quando le cose sono costruite bene, fatte per durare e soprattutto sono tenute con riguardo, allora questi rischi si riducono al minimo.
Nel mio caso, dopo averle smontate per verniciare i fianchi in legno, non ho trovato nessun residuo di polvere, sembrano uscite oggi di fabbrica e questo aspetto informa più di altro sull'ipotetico uso che ne è stato fatto.
All'ascolto il pannello è chiaro e trasparente, dinamico e così il woofer, tranquillo e riservato a basso volume ma impetuoso se si alza o in presenza di programmi generosi sulle frequenze gravi.
Quello scollamento tanto chiacchierato e temuto (più da coloro che non hanno mai avuto o ascoltato a dovere questi diffusori) tra la parte elettrostatica e quella dinamica, qui non esiste, non si avverte minimamente di essere di fronte ad un diffusore a tecnologia ibrida e sono più che certo che in un ascolto alla cieca tutto si penserebbe di avere di fronte, tranne una Martin Logan.
Come già scritto nelle recensioni delle Aerius i e delle Odyssey, anche le Quest Z incantano al primo ascolto.
La scena che si forma davanti all'ascoltatore è immensa e precisa, profonda e chiara, ma dove questi diffusori raggiungono l'apice della riproduzione sonora è nelle voci, specialmente, come detto, di quelle femminili, armoniche naturali invadono la zona di ascolto per giungere alle orecchie in modo vellutato, mai graffiante o violento, è un altro modo di ascoltare, un'esperienza unica, diversa da quanto si è abituati.
Anche la tenuta in potenza è degna del marchio, io le piloto con un Krell FPB300cx che, sul carico proposto dalle ML (anche meno di 2 ohm!) potrebbe arrivare ad erogare anche 1Kw ma anche alzando il volume, non si sente mai un cedimento o un inizio di distorsione, le Quest Z governano la potenza restituendo un suono pieno, magico e coinvolgente che si fa fatica a spegnere l'impianto quando arriva l'ora di farlo.
In ogni caso bisogna tener conto che non sono molti gli amplificatori in grado di farle suonare a dovere, necessitano di tanta energia e potenza, sono delle mangia-corrente tant'è che mentre prima, con le Jamo R909 (89 db) con il volume ad ore 10 già si raggiungevano importanti impatti sonori, qui ora con le Quest Z (90db) per arrivare a quel livello, mi devo posizionare a ore 11, ma anche a ore 12.
Riprova che il dato di efficienza non è mai da prendere troppo in considerazione quando si valuta un diffusore.
Per fortuna il Krell non sembra patire il difficile carico ed il compito affidatogli, anche se mi sono accorto che scalda molto più di prima a riprova del modulo di impedenza più difficile da gestire.
L'elettronica delle Quest Z è molto sofisticata, si avvale di una circuitazione di alto livello su vetronite blu, quella a stringenti norme MIL e condensatori in polipropilene per trasformatori audio personalizzati avvolti su specifiche ML e bobine con nucleo in aria.
Sempre sulla piastra, dalla parte esterna, troviamo un interruttore di rifinitura bassi: -5dB da 60–150 Hz
ed un interruttore di rifinitura della presenza:+2dB da 1.000–5.000 Hz.
La risposta in frequenza su+/- 3db si estende da 28 a 22.000 hz mentre l'efficienza, calcolata con il metodo 2,83 volts/metro è di 90 db. mentre il modulo di impedenza nominale di 4 ohm può scendere fino ad 1,5 ohm, per questo necessita di amplificazioni in grado di gestire questa bassissima impedenza, che sarebbe capace di "sciogliere" anche amplificatori di rango, ma non dotati adeguata alimentazione e resistenza allo scendere dell'impedenza.
MARZO 2023
Con l'arrivo nel mio sistema dell'integrato Hifi Rose RA180 ho avuto qualche timore che passando dal poderoso Krell FPB300cx avrei avuto qualche difficoltà di pilotaggio di questi diffusori che, a dispetto di una efficienza medio/alta, necessitano comunque di energia per muoversi a dovere.
Invece, oltre ogni aspettativa, la classe D le pilota a dovere, anzi, oserei dire, anche meglio del classico transistor. Una vera sorpresa tanto gradita quanto inaspettata che aumenta il livello del mio gradimento di questi diffusore che, pur con oltre 30 anni sulle spalle, stanno vivendo una nuova primavera mossi dai 400 watt per canale in classe D dell'integrato coreano.
SETTEMBRE 2023
Se è possibile, tutto quanto scritto fin'ora va moltiplicato almeno per due con l'arrivo ne mio sistema di nuovi componenti tra cui il pre Threshold T2, il finale Yamaha MX-D1, la meccanica CD Teac P30 ed il dac Wadia 2000.
APRILE 2024
Raddoppiata la potenza, due finali Yamaha MX-D1 per un totale di oltre 1000 watt per canale in classe D e devo dire che le Martin Logan, avide di corrente hanno gradito l'upgrade.
Qui sotto le foto dell'arrivo dei due mostruosi colli a casa mia e più sotto le foto prese dall'inserzione eBay quando ho operato l'acquisto mentre ero nel mio letto, nei giorni di Natale 2021, in quarantena da Covid-19.
Ringrazio ancora la professionalità e gentilezza di Pieffe Audio Video che mi ha assistito e seguito nelle fasi di acquisto e di consegna, negozio e professionisti che consiglio a tutti per competenza e gentilezza.
MARTIN LOGAN QUEST Z SPECIFICATIONS:
Frequency Response: 28–22,000 Hz ±3dB
Recommended Amplifier Power: 20‒400 watts per channel
Horizontal Dispersion 30°
Vertical Dispersion 48" (121.92cm) line source
Sensitivity 90dB watt/meter
Impedance Nominal: 4 Ohms Minimum: 1,5 Ohms.
Compatible with 4, 6, or 8 Ohm rated amplifiers.
Crossover Frequency 150 Hz at 12dB per octave
High Frequency Transducer 48" (121.92cm) CLS™ electrostatic transducer
Low Frequency Transducer 12" (30.5cm)
Components:
Custom-wound audio transformers polypropylene bypass capacitors,
100% oxygen free cooper coils.
Audio Controls:
Bass Contour Switch: -5dB from 60–150 Hz
Presence Contour Switch: +2dB from 1,000–5,000 Hz
Inputs bi-wire binding posts
Weight 110 lbs. (52,2 kg)
Dimensions 72.75" × 19" × 13" (184.8cm × 48.3cm × 33cm)